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«Stuprata dal pizza-boy» Caccia a un egiziano Salvini tuona: castrazione

Il fattorino l'ha aggredita dopo averle chiesto se era sola in casa Di lui si sono perse le tracce. Al vaglio il racconto della vittima

«Stuprata dal pizza-boy» Caccia a un egiziano Salvini tuona: castrazione

Milano Il campanello anziché la pizza con cui concludere la giornata, le ha portato invece l'incubo. L'incubo di un ragazzone nordafricano, grande e grosso che le salta addosso, la butta sul divano e abusa di lei. Per poi andarsene dopo averle anche sfilato 40 euro dal portafoglio. «Castrazione chimica» grida ora Matteo Salvini, leader del Carroccio, che torna a proporre una vecchio cavallo di battaglia del suo partito.

Il racconto della vittima è ora al vaglio degli investigatori che attendono come al solito riscontri sugli abiti della donna, telefonate fatte e ricevute, dichiarazioni dei protagonisti di questa brutta storia. Atteggiamento freddo e distaccato forse, ma un bravo inquirente deve attenersi solo ai fatti, alle prove, non alle suggestioni, di un racconto pur drammatico come quello offerto da una donna di 41 anni.

Lei ha da poco finito una relazione con l'ultimo compagno ed è andata a vivere con il suo gatto in un appartamentino di Lambrate, quartiere a nord est di Milano, dove si costruiva la famosa Lambretta. Mercoledì, 22 aprile, la donna torna a casa serena, sta per iniziare una nuova vita, ha persino trovato un lavoro in un call center, che di «sti tempi» è già qualcosa. Sono le 21, non ha voglia di cucinare e chiama la pizzeria sotto casa gestita da un egiziano. Lo conosce bene, conosce bene anche i ragazzi che fanno la spola con gli scooter per le consegne, non ha motivo di temere.

Così dopo qualche minuto quando suona il campanello e al citofono una voce al «Chi è?» replica «Pizza», apre senza tentennamenti. Entra un ragazzo sui 30 anni, un metro e ottanta, una bella spanna più di lei che arriva a mala pena al metro e sessanta. «Sola in casa?», domanda il «pizza-boy»?. «Io e il mio gatto» risponde, ignara, lei mettendo mano al portafogli. Il nordafricano, a questo punto, chiude la porta, appoggia il cartone della pizza sul tavolo e le salta addosso. Dopo la violenza, raccoglie il portafoglio rimasto a terra, sfila 40 euro e se ne va.

La donna rimane paralizzata fino alle 7 del giorno dopo, quando con un sms racconta l'oltraggio subito a un'amica. Che si precipita da lei e la convince a denunciare l'aggressione, mettendo in moto la macchina delle indagini. Gli investigatori sentono subito il titolare della pizzeria, non si sa cosa abbia riferito esattamente, ma sicuramente non potrà dire di non conoscere un suo dipendente. La polizia avrebbe già in mano nome e cognome, ma sembra che al momento il giovane non si trovi. Poi è la volta dell'amica, quindi dell'analisi dei tabulati telefonici, chiamate fatte e ricevute, per incastrare gli orari. Tutto per trovare conferme alla denuncia della donna. La vittima consegna anche il pigiama che aveva addosso al momento dell'aggressione per le analisi alla ricerca di materiale organico. Un paio di giorni dopo un episodio inquietante. La 41enne viene avvicinata dal titolare della pizzeria e da un altro giovane che si presenta come «cugino» del violentatore. Le propongono di trovare una via di uscita a questa «spiacevole» vicenda. Lei fugge piangendo.

Immediato e duro il commento del segretario della Lega Matteo Salvi attraverso il suo profilo Facebook: «Milano, una donna ordina una pizza a casa e viene violentata. Lo schifoso sarebbe un giovane egiziano, ancora libero.

Quante altre violenze dovremo aspettare, prima di introdurre anche in Italia la pena, anzi la cura, della castrazione chimica?».

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