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Stupro, Boldrini sotto accusa: "Silenzio offensivo". E lei: "Toccato il fondo"

A ben quattro giorni dal terribile stupro di Rimini esplode la polemica sul presidente della Camera. E lei replica dalle vacanze: "Dibattito agghiacciante, stiamo toccando il fondo"

Stupro, Boldrini sotto accusa: "Silenzio offensivo". E lei: "Toccato il fondo"

Prima lo stupro in spiaggia a Rimini dove un branco di nordafricani ha violentato una turista polacca. Poi il post choc di un mediatore culturale, Abid Jee, che su Facebook ha scritto: "Il peggio viene solo all'inizio, poi una donna diventa calma e gode come un rapporto sessuale normale". E, nonostante il clamore mediatico che ha travolto il Paese e la politica, ha fatto molto rumore il prolungato silenzio del presidente della Camera Laura Boldrini. Un silenzio che è stato rotto con un'intervista a Repubblica soltanto dopo ore di aspre polemiche. "Stiamo toccando il fondo - ha ribattuto la Boldrini - siamo alla degenerazione del dibattito politico".

L'attacco del centrodestra

"Il femminismo buonista all'italiana è una delle piaghe culturali del nostro Paese". Daniela Santanchè è tra le prime a puntare il dito contro la Boldrini. La accusa di essere "tanto attenta alle desinenze e alle battaglie retoriche che interessano solo la sinistra radical chic" ma di essere completamente "assente quando c'è da commentare episodi di cronaca efferati come quello di Rimini". "Il silenzio della terza carica dello Stato appare assordante - continua l'esponente di Forza Italia - non capiamo come sia possibile che una figura istituzionale di livello ostenti la propria anti italianità in tutti i contesti possibili, questa volta con un silenzio che non fa gli interessi di immigrati per bene ma solo quelli di un branco di animali che hanno violentato una donna senza alcuna pietà". Sulla stessa linea anche Maurizio Gasparri che su Twitter si interroga sul perché la Boldrini sia rimasta "muta" anche dinnanzi alle parole del "mediatore che fa apologia stupro di Rimini".

Ad alzare il tono dello scontro è stata, però, Giorgia Meloni. Con un post su Facebook ha mandato su tutte le furie la sinistra. "Veramente la donna che ricopre il più alto incarico della Repubblica Italiana non ha nulla da dire sui gravissimi stupri di Rimini commessi da un branco di vermi magrebini? Veramente, in nome della difesa ideologica dell'immigrazione di massa, è disposta ad accettare la violenza sessuale come un 'male necessario' del multiculturalismo?". Dal Partito democratico a Sinistra Italiana si sono schierati tutti contro la leader di Fratelli d'Italia in quello che Ignazio La Russa, definisce un tentativo di "rigirare la frittata". "Ovviamente - conclude l'ex ministro - nessuna indignazione sulle mostruose affermazioni del cosiddetto 'mediatore culturale' che afferma come lo stupro sia alla fine piacevole per le donne".

Anche da parte della Lega Nord si è levato il pressing sulla Boldrini. "A distanza di giorni dal terribile stupro a Rimini non ho ancora sentito parole chiare di condanna da parte della Boldrini - tuona Barbara Saltamartini, vicecapogruppo del Carroccio alla Camera - il suo silenzio è vergognoso, inaccettabile, offende le vittime e tutte le donne". E il deputato del Gruppo Misto, Maurizio Bianconi fa eco: "Senza offesa per nessuno, questo silenzio mi appare una Waterloo istituzionale, ma anche etica e di coerenza personale. Provo per lei un senso di vergogna profondo".

La replica della Boldrini

La replica della Boldrini arriva dalla homepage del sito di Repubblica. Raggiunta dal quotidiano mentre si trova ancora in vacanza in montagna, il presidente della Camera parla di "degenerazione del dibattito politico" e accusa il centrodestra di aver "toccato il fondo". "Trovo agghiacciante il livello del dibattito di questi giorni - spiega - come se la gravità della violenza dipendesse da chi la mette in atto o da chi la subisce". E derubrica le accuse, che le sono state mosse dal centrodestra, come "polemiche deprecabili, di chi non ha argomenti e mira solo ad avvelenare il clima". Quindi prova a spiegare il perché del suo silenzio: "Non faccio dichiarazioni di condanna su ogni singolo episodio. Non è il mio lavoro, di professione non commento gli accadimenti del giorno".

Nell'intervista a Repubblica si parla anche del terribile post del mediatore culturale. "Un'affermazione oscena. Mi è sembrato il minimo rimuoverlo dal suo incarico", replica la Boldrini. Per poi, però, riportare l'attenzione su chi la attacca. "Se un'istituzione della Repubblica diventa oggetto di morbosità violenta c'è qualcosa di serio su cui interrogarsi - dice - dietro, a mio avviso, c'è anche il tentativo di delegittimarla e screditarla".

E conclude: "Se la politica sdogana le peggiori pulsioni c'è da aspettarsi solo il peggio".

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