Economia

Su "quota 100" è lotta continua. Ora è scontro sui nuovi assunti

Boeri attacca di nuovo. Di Maio: «620mila posti liberati»

Su "quota 100" è lotta continua. Ora è scontro sui nuovi assunti

Roma - La riforma delle pensioni perde punti ogni giorno che passa. Considerata troppo costosa, più di quanto previsto dal governo. Sotto accusa anche perché può provocare un esodo di lavoratori da settori chiave. E poi non piace all'Europa. Negli ultimi giorni si sono moltiplicate le voci di un ridimensionamento di quota 100, cioè dal ritiro dal lavoro con 38 anni di anzianità e 62 di età. Ieri il presidente dell'Inps Tito Boeri è tornato a dire che sulla riforma che cambia la legge Fornero, «i conti sono sbagliati, troppe promesse, la spesa aumenterà». Messaggio lanciato in un'intervista al Corriere della Sera perché «spetta all'Inps segnalare per tempo potenziali violazioni del patto intergenerazionale di cui è garante». Comunque l'Inps non si metterà di traverso. Applicherà «pancia a terra» le politiche che il governo deciderà di varare.

Precisazione che non ha evitato a Boeri una raffica di critiche e annunci di licenziamento provenienti dalla maggioranza. La precisazione del vicepremier Matteo Salvini, sembra non lasciare spazi a modifiche della legge. «Sono orgoglioso che questo sia un governo che passa dalle parole ai fatti. Ci eravamo impegnati con gli italiani a cominciare a smontare una legge ingiusta come la Fornero e in questa manovra economica ci sono i primi miliardi di euro per aiutare migliaia di italiani». Boeri? «È ormai da mesi in campagna elettorale con il Pd e magari sfiderà Minniti alle primarie».

Ma i dubbi sulla riforma accomunano tecnici che non possono essere sospettati di avere un disegno politico. L'Ufficio parlamentare di bilancio ha stimato costi sopra le attese del governo. E anche adesioni record per la pensione anticipata: fino a 620 mila tra dipendenti pubblici e privati potrebbero approfittare di quota 100. Per il vicepremier Luigi di Maio è l'annuncio di un successo, nel senso che «si libereranno 620mila posti di lavoro».

Il problema è il costo che potrebbe essere molto superiore ai 6,7 miliardi previsti dall'esecutivo. Possibile una spesa doppia, che farebbe inevitabilmente saltare i conti pubblici del prossimo anno.

Prospettiva che spaventa l'Europa. La riforma delle pensioni è uno dei capitoli che la Commissione europea e il Consiglio europeo vorrebbero fare ritoccare all'Italia.

Ieri anche in ambienti della maggioranza generalmente prudenti nell'assecondare i ministri filo europei del governo iniziava a circolare l'idea di una applicazione parziale della riforma.

Ad esempio uscite limitate tramite finestre. Per il pubblico impiego è scontato che avvenga. Un esodo improvviso avrebbe effetti pesanti per sanità e scuola.

Se si limitassero anche le uscite dei privati, il governo potrebbe tenere sotto controllo i costi della riforma.

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