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Sul Def ancora tensioni. Conte: "Manovra seria e razionale"

Aria tesa in via XX settembre: la nota di aggiornamento del Def non è ancora pronta. Ma il governo assicura: domani sarà in Parlamento

Sul Def ancora tensioni. Conte: "Manovra seria e razionale"

Non solo il botta e risposta con l'Europa. Sulla nota di aggiornamento del Def che porterà alla manovra economica pesano ancora le tensioni interne al governo stesso.

Da una parte ci sono i tecnici del Tesoro, con il ministro Giovanni Tria tornato in anticipo dal Lussemburgo che starebbe ancora cercando di far quadrare i conti in modo da inserire tutte le misure previste dal "contratto di governo" senza scontentare troppo l'Europe. Dall'altra c'è invece la componente "politica" dell'esecutivo che non ammettono né passi indietro né di lato nella manovra.

Per questo, mentre le commissioni parlamentari restano in attesa del Nadef - che dovrà approdare in Aula alla Camera e al Senato il 10 ottobre -, a Palazzo Chigi è stato convocato un nuovo vertice di maggioranza a cui partecipano il premier, i due vicepremier il ministro dell'Economia e quello degli Esteri. Vertice in cui, secondo l'Huffington Post, Tria avrebbe portato delle "tabelle aperte". Il ministro sa che per far accettare all'Unione europea un deficit del 2,4%, misure come reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni devono avere coperture solide, mentre il surplus risipetto a quel 1,9% che l'Europa avrebbe accettato deve essere impiegato per sviluppo e investimento che garantiscano la crescita necessaria a coprire il disavanzo.

"Sulle cifre non si arretra di un centimetro", ribadisce Luigi Di Maio. Che già stamattina aveva assicurato che la nota arriverà domani alle Camere. E che continua a non fidarsi affatto dei tecnici: "Quando ho parlato di tecnici ho parlato di tutti ministeri riferendomi a "persone entrate non con concorsi e stabilizzati dai partiti a cui devono molto", ha detto il vicepremier, "Ci siamo trovati con gente che ci remava contro. In queste ore come parte politica ci stiamo rileggendo tutto quanto. Negli anni passati, invece, ci si affidava solo ai tecnici nella redazione delle misure e loro erano abituati così".

"Confermato: puntiamo tutto sul lavoro e sulla crescita, via la Fornero e meno tasse alle partite Iva, in Europa se ne faranno una ragione, gli Italiani sono stufi di precarietà e insicurezza". Così il vicepresidente del Consiglio e ministro dell'interno Matteo Salvini mentre è in corso il vertice di governo sull'economia.

"Se noi veramente avessimo voluto andare allo scontro con l'Unione Europea avremmo detto 3,1 invece di 2,4% di deficit". Così Claudio Borghi, presidente della commissione bilancio della Camera, sulle tensioni con Bruxelles. "Noi abbiamo pensato di fare il minimo indispensabile per realizzare tutte le nostre promesse elettorali. Avremmo potuto dire no, tutto quanto vi abbiamo promesso lo buttiamo via e vi alziamo l'Iva? Forse in passato qualcuno lo ha fatto, questo governo non lo farà".

Al termine del vertice sul Def Conte ha provato a rassicurare: "Abbiamo terminato la riunione dedicata ai dettagli della manovra economica. Confermiamo le anticipazioni che ci avevano indotto a definirla seria, razionale e coraggiosa. Confermiamo il programma delle riforme annunciate che partiranno già nel 2019".

Domani il vertice economico a palazzo Chigi andrà avanti per continuare il lavoro sulla nota di aggiornamento del Def, dopo l'incontro di questo pomeriggio durato circa due ore e mezzo.

A quanto si apprende, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell'Economia Giovanni Tria si riaggiorneranno verso ora di pranzo.

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