Politica

Sul provvedimento bandiera più incognite che certezze

Antonio Signorini

Roma L'unica occupazione che il reddito di cittadinanza rischia di creare, è quella dei navigator, precari della Pa con il compito di fare assumere i percettori del sussidio. E poi quella dei Caf, i centri di assistenza fiscale che dovranno aiutare l'Inps, presentando le domande e per questo riceveranno un finanziamento extra di 15 milioni. La misura bandiera del Movimento 5 stelle è parte essenziale del decretone, licenziato ieri dall'aula del Senato. Una misura a metà strada tra il sussidio per tutti, caro alla vecchia sinistra no global anni Novanta, e una politica attiva per il lavoro. Anche se tutto, come ha sottolineato ieri il rapporto sull'Italia della Commissione europea, dipende da come sarà attuata. Dei nodi, per la verità, sono già presenti in partenza. Molti sono stati corretti in corsa, altri sono di difficile soluzione.

1. COSTI, RISCHIO BOOM

Ad esempio i costi. Tra Reddito di cittadinanza e pensioni di cittadinanza, la cifra preventivata per il 2019 è di 5,8 miliardi, che poi saliranno a 7,8 miliardi all'anno. Stanziamenti fatti sulla base di stime che potrebbero saltare se ad esempio tanti che oggi lavorano optassero (barando) per l'assegno perché uguale o di poco inferiore alla busta paga. Possibile costi extra per due miliardi all'anno secondo l'Upb.

2. PROROGHE TROPPO GENEROSE

Uno dei temi di scontro politico tra M5s e Lega è stato quello della durata dell'assegno. Nella versione in vigore è di diciotto mesi, rinnovabile per altri diciotto dopo un mese di pausa. La Lega avrebbe voluto limitare l'assegno per 18 mesi, ma è prevalsa la versione M5s, meno legata al reinserimento del lavoro e più all'idea originaria di un sussidio universale.

3. IN POCHI LAVORANO

L'Ue ha sospeso il giudizio sul reddito, in attesa di capire se servirà veramente a favorire l'ingresso nel mondo del lavoro. Ma dai dati emerge uno scenario diverso. Delle circa 1,3 milioni di famiglie interessate il 37 per cento risulta senza obblighi di alcun genere. Sono 481 mila percettori di reddito di cittadinanza. Poi ci sono quelle che entreranno nei percorso di inclusione gestiti dai comuni, un altro 37 per cento. Immediatamente inseribili in un percorso lavorativo sono il 26% dei percettori dell'assegno, pari a 338 mila persone. Per un milione di famiglie l'assegno sarà solo una misura assistenziale.

4. GIOVANI SCORAGGIATI, CON PAGA

Gli industriali non sono a favore del reddito di cittadinanza, nonostante il decreto preveda anche incentivi per chi assume. La spiegazione è che «i 780 euro mensili potrebbero scoraggiare dal cercare un impiego considerando che in Italia lo stipendio mediano dei giovani è di 830 al mese», ha spiegato Pierangelo Albini di Confindustria. Tesi sostenuta anche dall'Ufficio parlamentare di bilancio quando ha quantificato in 400 mila le persone che potrebbero decidere di lasciare il lavoro per il reddito. Contro questa eventualità il diritto a percepire il Rdc è escluso per chi si licenzia. Ma, si sa, quando si tratta di ottenere un sussidio la fantasia si scatena, come dimostra la storia tutta italiana delle false invalidità. Facilissimo fingere un licenziamento.

5. VINCE IL SUD

Il reddito di cittadinanza spacca l'Italia in due. L'incidenza territoriale dei beneficiati risulta secondo l'Upb «fortemente differenziata». Nel dettaglio, il 56 per cento dei nuclei beneficiari è residente al Sud e nelle isole, mentre circa il 28 per centro è residente nel Nord. L'importo del beneficio è uguale in tutto il Paese ma le soglie di povertà sono molto diverse tra Nord e Sud.

6. INFORNATA DI NAVIGATOR

L'unica occupazione sicura è quella a termine dei navigator. Sono 6.000 di nomina statale e 4.000 regionale. Un contratto che fa gola a molti. Anche a malintenzionati, ad esempio le tante agenzie che stanno proponendo corsi di formazione a 500 euro, come ha segnalato recentemente la Cgil.

7. IL RITORNO DEGLI LSU

Tra gli obblighi per chi percepirà l'assegno, l'obbligo di partecipare a progetti utili per otto -16 ore alla settimana. L'intento è restituire qualcosa alla collettività. Ma, visto che siamo in Italia, anche l'occasione per creare un'altra categoria di precari della pubblica amministrazione. Se faranno pressioni sulla politica in modo efficace, come i vecchi Lavoratori socialmente utili, potranno ambire a un'assunzione.

8. ASSEGNO TROPPO GENEROSO?

In Europa ci sono sussidi di disoccupazione più generosi rispetto ai 780 euro al mese. Ma quello previsto dal decretone è l'unico assegno in Europa che corrisponde alla soglia di povertà del Paese. Tutti gli altri sono inferiori. Una scelta precisa del governo, in controtendenza rispetto a tutto il resto dell'Unione. Soprattutto rispetto ai paesi che hanno più esperienza di misure di welfare orientate al lavoro.

9. FURBETTI SENZA CONTROLLO

La verifica sulle spese è difficile. La carta ricaricabile è in teoria controllabile, ma il garante della privacy ha imposto dei limiti. Poi c'è il prelievo in contante. Niente vieta che le banconote vengano spese per il gioco d'azzardo.

10. PENALIZZATE LE MOTO

Tra gli esclusi, i proprietari di auto acquistate sei mesi prima della richiesta e quelli di motoveicoli più potenti (da 250 cc). Chi in città particolarmente problematiche come Roma ha acquistato uno scooter per muoversi non avrà il reddito. Escluso anche chi possiede una imbarcazione da diporto di tutte le dimensioni.

Anche a remi.

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