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Sul Tap ora arrivano anche i pm: tre indagati

Raffica di perquisizioni per il presunto inquinamento della falda. E i "no gasdotto" esultano

Sul Tap ora arrivano anche i pm: tre indagati

Lecce - Il fronte politico pareva essersi raffreddato dopo giorni bollenti scanditi dalle proteste dei pentastellati pugliesi, che accusano il governo gialloverde di essersi rimangiato le promesse elettorali. Ma i riflettori sul Tap, il gasdotto che dovrebbe passare per la Puglia, tornano ad accendersi i riflettori sul versante giudiziario, per il presunto inquinamento della falda acquifera nella zona di San Basilio, in Salento: i carabinieri del Noe hanno eseguito perquisizioni negli uffici legali e operativi della multinazionale a Roma, Lecce e Melendugno; ma non solo: perché sono scattati controlli anche a Villafranca padovana nella sede della Sgs Italia Spa, il centro utilizzato dall'azienda per le verifiche ambientali. Alla fine sono stati sequestrati i rapporti di prova analisi eseguiti dal 2017 ad oggi.

Nell'inchiesta della Procura di Lecce ci sono tre indagati: il country manager di Tap Michele Mario Elia, l'ex amministratore legale Clara Risso, e il project manager Italia Gabriele Paolo Lanza. L'ipotesi di reato è scarico abusivo contenente elementi inquinanti. Le indagini sono iniziate dopo che il sindaco di Melendugno, Marco Potì, a luglio ha firmato un'ordinanza che blocca i lavori e vieta il prelievo dell'acqua dai pozzi in zona San Basilio. Una misura adottata in seguito agli accertamenti dell'Arpa secondo cui c'è stato uno sforamento dei limiti (in alcuni casi anche cinque volte in più rispetto alla norma) di sostanze pericolose: dal manganese al nichel, dall'arsenico al cromo esavalente e al vanadio. Secondo Potì la multinazionale non avrebbe provveduto a impermeabilizzare l'area, ma l'azienda sostiene invece che l'inquinamento non è collegato alle opere. L'indagine è solo uno dei filoni dell'inchiesta condotta dal procuratore di Lecce, Leonardo Leone De Castris, e dalla pm Valeria Farina Valaori. Un nodo cruciale attiene all'applicazione della direttiva Seveso al progetto del terminale di ricezione e proprio domani scade il termine per il deposito di una perizia disposta dal gip Cinzia Vergine per stabilire se quelle norme siano riferibili anche al gasdotto.

Gli ambientalisti chiedono la sospensione dei lavori, Palazzo Chigi torna sul tema. «Il Tap non l'abbiamo voluto né imposto, ce lo siamo trovato ma sicuramente non daremo agevolazioni», dice il ministro per il Sud Barbara Lezzi.

Danilo Toninelli, Infrastrutture, precisa che «se ci fossimo stati noi al governo venti anni fa la Tap non si faceva».

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