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Sullo scandalo dell'affittopoli romana la Procura accelera

Tra gli immobili inseriti nella "black list" anche sedi di partito, di sindacati e soprattutto centri sociali mascherati da associazioni culturali

Sullo scandalo dell'affittopoli romana la Procura accelera

La Procura accelera su Affittopoli. Sono già una trentina i rappresentanti di associazioni di varia natura ad aver ricevuto la visita dei vigili urbani dopo che la procura ha ipotizzato il reato di occupazione abusiva per gli immobili che il Comune di Roma ha assegnato loro. Tra le prime 50 associazioni indagate spuntano anche circoli politici e sindacali, come la Bottega dei Gordiani in via Venezia Giulia o Il Segno in via Aldo Balma, a Torre Spaccata ma anche ex istituti scolastici, occupati da storici centri sociali come l’Intifada di via di Casal Bruciato, il Corto Circuito di via Serafini e l’Astra con le due sedi di via Capraria e di via Monte Meta.

Le 50 associazioni culturali sono state scovate da un elenco di circa 190 voci ricavato dal maxi faldone di 750 pagine sequestrato negli uffici nell’assessorato al patrimonio del Campidoglio. Queste 50 assegnazione, come ha scoperto Il Tempo, non si sono mai tradotte in concessioni. In base a due delibere del Comune del ’95 e del ’96 il Campidoglio avrebbe dovuto stipulare entro 120 giorni un contratto d’affitto agevolato in quanto, almeno sulla carta, quelle sarebbero associazioni senza scopo di lucro.

Ora il dipartimento Patrimonio che fino al commissariamento era guidato dalla fedelissima di Ignazio Marino, Alessandra Cattoi, dovrà spiegare perché si sia accontentato di un 20% di indennità d’uso anziché stipulare un regolare contratto.

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