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Suore contro il degrado nelle case popolari

L'assessore Bolognini: «Nel quartiere 162 alloggi occupati abusivamente su 450»

Suore contro il degrado nelle case popolari

Le case popolari di via Quarti sono note per le occupazioni abusive, ma forse lo diventeranno anche per l'ultima idea per combattere il degrado. Regione Lombardia, in collaborazione con le associazioni del territorio, il Municipio 7 di Milano, L'Azienda lombarda edilizia residenziale e la parrocchia del quartiere stanno infatti pensando di assegnare degli alloggi alle suore. La loro presenza dovrebbe invertire il percorso di disgregazione sociale ed economica di questo quartiere della periferia sud ovest del capoluogo lombardo. Si partirebbe con piccoli numeri, tre o quattro appartamenti, e per i primi passi la parrocchia di Sant'Anselmo da Baggio ha già dichiarato la sua disponibilità: alcune religiose di origine sudamericana sarebbero pronte a trasferirsi una volta definito l'accordo tra i vari enti.

Sarebbe senza dubbio una missione vera e propria: come ha dichiarato Stefano Bolognini, assessore regionale leghista alle Politiche abitative, «in via Eugenio Quarti su 450 appartamenti ben 162 sono occupati abusivamente». E non sempre da gente per bene, ma in difficoltà economiche tali da decidere di infrangere la legge per dormire al coperto: in primavera a causa di una violenta rissa, persino 118 e carabinieri non erano potuti intervenire subito, ma avevano dovuto attendere l'arrivo di rinforzi. I grandi numeri delle occupazioni in via Quarti sono uno dei motivi che ha convinto Regione Lombardia ad annunciare una nuova strategia, cioè lo sgombero di interi blocchi e non solo di alcuni appartamenti. Una pratica già adottata mesi fa dalle forze dell'ordine milanesi che per liberare dagli irregolari il palazzo di via Cavezzali, un covo di spacciatori sprofondato nel degrado, mobilitarono centinaia di poliziotti e carabinieri. Insieme al pugno di ferro non manca però il guanto di velluto, secondo la logica che bisogna pensare pure al dopo.

Il progetto condiviso con la Curia sarebbe dunque un modo innovativo per ripensare il contrasto al degrado nei quartieri popolari. Per adesso l'Aler, che a Milano e provincia gestisce 77mila appartamenti, aveva già lanciato l'idea di aumentare le quote destinate alle forze dell'ordine con la riforma del 2016 sulle regole per le assegnazioni delle case popolari.

Nel contempo lavora anche al progetto con le religiose: «Questa idea è il risultato di una collaborazione tra tutti gli enti coinvolti a partire dalle associazioni di zona che cercano di riqualificare il quartiere - dichiara Franco Vassallo, presidente della commissione Urbanistica del Municipio 7 in quota Milano popolare - una sintonia che i consiglieri come me e il collega di Forza Italia Emilio Maiandi non riescono invece a trovare con Metropolitana milanese, l'altro gestore di case popolari a Milano».

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