Cronache

Le suore di madre Teresa bloccano le adozioni «No a divorziati e single»

Di fronte alla nuova legge indiana, le Missionarie della Carità rinunciano allo status che permette loro di gestire gli affidi

Le suore di madre Teresa bloccano le adozioni «No a divorziati e single»

Anche le suore sanno dire basta. L'ontologia delle Missionarie della Carità, epigoni di quella madre Teresa di Calcutta che predicava amore per gli ultimi, i dimenticati, i diseredati, si arena di fronte a un tempo che non c'è più. A una nuova morale contraria al Credo, a leggi umane troppo diverse da quelle della dottrina.

Per questo, ieri, le religiose hanno annunciato di aver deciso di rinunciare volontariamente allo status giuridico che permette loro di gestire centri di adozione in India. Meglio rinunciare, abbandonarli, chiuderli piuttosto che accettare il nuovo regolamento del governo di New Delhi che permette anche a divorziati o single di adottare un bambino.

Le missionarie, attraverso un comunicato diffuso alla stampa, sono tranchant : «Nello spirito del lavoro cominciato da Madre Teresa, ci risulta molto difficile rispettare tutte le disposizioni previste» dal nuovo regolamento sulle adozioni, scrivono. Una scelta che stava maturando da tempo e confermata dalla ministra per lo Sviluppo delle donne e dei bambini, Maneka Gandhi, che tre giorni fa aveva rivelato che l'ordine si era rifiutato di dare in adozione bambini a persone single, divorziate e separate «per ragioni ideologiche». La Gandhi aveva poi aggiunto che la decisione delle Missionarie della Carità di non adeguarsi alle nuove regole avrebbe costretto il governo «a revocare l'autorizzazione a gestire i centri».

Una scelta sofferta, questa delle suore di Madre Teresa, ma ormai da tempo nell'aria. Ieri lo hanno confermato, spiegando che la decisione di mettere fine ai centri di adozione era stata presa oramai due mesi fa dal quartier generale delle Missionarie a Kolkata (nome indiano di Calcutta, ndr), subito dopo aver ricevuto le nuove «Direttive regolanti l'adozione dei bambini, 2015», messe a punto dal ministero. «Il nostro lavoro di adozione - puntualizza il loro comunicato - cominciato da Madre Teresa, è stata una esperienza fruttuosa ed arricchente che ha cambiato la vita di migliaia di persone. Siamo grate a Dio per averci permesso di servirlo attraverso questo lavoro per molti anni. E ci è chiaro che la volontà di Dio è che questo lavoro abbia fine».

L'operato delle Missionarie della Carità nel campo delle adozioni internazionali ha una storia lunga quarant'anni. Cominciò nel 1976 in collaborazione con la casa Nirmala Shishu Bhavan a Calcutta, e venne legalmente riconosciuto dal governo italiano nel 1986. Un'autorizzazione poi confermata dalla Commissione per le Adozioni Internazionali con delibera del 13.09.2000.

Solidarietà, aiuti, misericordia. Madre Teresa, sosteneva «di non essere altro che una piccola matita nelle mani di Dio». In vita tracciò sogni di amore infinito. Ora, che non c'è più, quasi «Santa», le si chiede un ultimo miracolo.

«Da morta potrò aiutarvi di più», avveva vaticinato prima della fine.

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