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Al Super Bowl sbarca il "Washington Post". Spot da 10 milioni sull'informazione libera

Video di 60 secondi per ricordare il ruolo e i rischi del giornalismo

Al Super Bowl sbarca il "Washington Post". Spot da 10 milioni sull'informazione libera

Non solo birre, computer, bibite e automobili. Durante l'evento sportivo e mediatico da oltre 100 milioni di spettatori - il Super Bowl - stanotte debutterà una merce preziosa: l'informazione libera. Promossa dal quotidiano da 47 premi Pulitzer, il Washington Post acquistato sei anni fa dal fondatore di Amazon Jeff Bezos, l'uomo più ricco del mondo. E in effetti ci vuole un miliardario dalle spalle larghe per uno spot che la Cbs mette sul mercato (dati Cnbc) a 5,25 milioni di dollari per trenta secondi (4 milioni e mezzo di euro circa). Ma il fine giustifica i (costosi) mezzi (circa 10 milioni di euro il probabile costo, ma dai vertici del Wp bocche cucite sia sulle spese di produzione che per l'acquisto della fascia televisiva). E in questi tempi di fake news e attacchi ai media, anche dall'uomo che siede alla Casa Bianca, ecco sessanta secondi di tributo al giornalismo libero, «ai reporter come testimoni e custodi dei fatti» con la voce narrante di Tom Hanks per rilanciare lo slogan della testata che con le inchieste di Woodward e Bernstein portò alle dimissioni del presidente Nixon: «Al buio la democrazia muore».

Si parte stanotte alle 00.30 italiane (le 18.30 del Mercedes-Benz Stadium di Atlanta, in Georgia), quando i New England Patriots incontreranno i Los Angeles Rams nella finale di fotoball americano che inchioda metà degli spettatori davanti alla tv ed è l'evento sportivo più seguito al mondo (da noi in diretta streaming su Dazn e in diretta tv su Rai Due). Il video arriverà al quarto quarto, nella fase finale del match e viaggia in un arco di tempo che parte dalla Seconda Guerra mondiale per arrivare ai giorni nostri. Al centro della narrativa le storie recenti e simboliche di tre protagonisti del giornalismo mondiale. C'è quella di Austin Tice, freelance sparito in Siria da oltre sei anni ma che potrebbe essere ancora vivo. Quella atroce di Jamal Khashoggi, commentatore del Wp, fatto a pezzi al consolato dell'Arabia saudita di Istanbul, lo scorso ottobre. E infine Marie Colvin, statunitense, corrispondente di guerra del Sunday Times di Londra, uccisa nel 2012 dalle forze siriane mentre svolgeva le sue corrispondenze dalla città di Homs. «Il Super Bowl è un momento importante per riconoscere il coraggio e l'impegno dei giornalisti nel mondo ed è essenziale per la nostra democrazia», ha commentato l'amministratore delegato del quotidiano Fred Ryan. La scelta di Tom Hanks non è casuale visto che l'attore, doppio premio Oscar, con Meryl Streep è protagonista di The Post di Steven Spielberg (2017), la pellicola che racconta un altro successo del giornale: la pubblicazione nel '71 dei Pentagon Papers, che misero a nudo i punti deboli della guerra in Vietnam.

È la prima volta che il quotidiano si lancia in uno spot che non ha fra i suoi diretti obiettivi la sottoscrizione di abbonamenti. Il video andrà in onda durante una finale che potrebbe avere un peso politico (con le tensioni razziali sullo sfondo).

I New England Patriots sono di proprietà di Robert Kraft amico di lunga data di, Trump come il quarterback Tom Brady, entrambi simboli dell'America bianca.

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