Politica

Il sussidio dimezzato che penalizza il Nord

Beneficio tagliato se lo chiedono in tanti A Milano e Torino 780 euro non bastano

Il sussidio dimezzato che penalizza il Nord

Roma - Un reddito di cittadinanza a geometria variabile e, soprattutto, senza garanzia di centrare l'obiettivo: incentivare i disoccupati e le persone in condizione di marginalità a trovare un impiego. Rileggendo le norme del decreto sono queste le due principali incongruenze della misura che, in linea teorica, potrebbe anche avere una giustificazione ma che, in pratica, rischia di trasformarsi in un sussidio a fondo perduto per il quale è prevista una spesa di 38 miliardi di euro in 5 anni.

Il primo problema è la clausola di salvaguardia nascosta nel comma 6 dell'articolo 12. «In caso di esaurimento delle risorse disponibili per l'esercizio di riferimento», si legge nel testo, con un apposito decreto «è ristabilita la compatibilità finanziaria mediante rimodulazione dell'ammontare del beneficio», mentre «nelle more dell'adozione del decreto di cui al secondo periodo, l'acquisizione di nuove domande e le erogazioni sono sospese». Il testo è chiaro: per quest'anno sono stanziati 6,1 miliardi (7,7 miliardi per il 2020) e se le richieste superassero il limite degli 1,4 milioni di nuclei familiari coinvolti, il reddito sarebbe rivisto al ribasso previa sospensione. I 780 euro per un single in affitto o i 1.330 euro per i nuclei numerosi non sono pertanto una certezza. Non a caso ieri fonti di Palazzo Chigi hanno ribadito che la platea è invariata e che la misura interesserà circa 5 milioni di persone. L'inclusione dei titolari di permesso di lungo soggiorno residenti in Italia da almeno 10 anni, infatti, ha lo scopo di restringere il numero dei potenziali beneficiari di origine straniera finora stimato in 260mila nuclei familiari, ma certezze non ve ne sono. Il rischio che la bomba del «reddito assottigliato» è concreto.

«Se una forza politica ritiene un certo provvedimento necessario, bisognerebbe mantenere il punto ad esempio magari dicendo siamo disposti a pagare più tasse per garantire un minimo», ha commentato l'ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli aggiungendo di non ritenere «fattibile» il reddito di cittadinanza e «qualche altro intervento dovrà essere fatto». Tra le critiche di Cottarelli anche l'entità stessa del sussidio. «Secondo l'Istat - rileva - un reddito al di sotto del quale scatta la soglia di povertà, è di 820 euro nelle grandi città del Nord mentre al Sud, nelle città piccole, cala fino a 560 euro». I residenti al Settentrione sarebbero perciò doppiamente penalizzati sia nella distribuzione (il 53% al Centro-Sud) sia nel contrasto alla povertà. Non meno problematica è l'obbligo di spostarsi in tutto il Paese per i beneficiari nei secondi 18 mesi di sussidio che ricevono un'offerta di lavoro anche se in famiglia ci sono persone disabili.

Al contrario, nel primo anno di fruizione del reddito, tutti possono rifiutare un'offerta a 250 chilometri di distanza.

Commenti