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Svolta sociale di Berlusconi: aiuti fiscali per i più poveri

Si studia l'«imposta negativa»: sotto una certa soglia di reddito si ricevono soldi invece di pagare le tasse. Sgravi pr le famiglie numerose e assistenza per le donne divorziate

Svolta sociale di Berlusconi: aiuti fiscali per i più poveri

È l'evoluzione del programma liberale del 1994, non una svolta statalista. Non ci sarà nessuna conversione. I tagli alla spesa e la riduzione del debito pubblico restano il cardine del programma di Forza Italia, così come una politica per la crescita realizzata riducendo le tasse.

Ma Silvio Berlusconi, che sta preparando le prossime elezioni partendo dalle proposte concrete, ha in mente anche misure incisive e di emergenza a favore dei più deboli. Il motivo è semplice: nove anni di economia in calo e la crisi peggiore dal Dopoguerra hanno reso le famiglie italiane sempre più povere. Una parte della ricchezza prodotta e dei risparmi realizzati tagliando la spesa improduttiva non potranno che andare a chi è in difficoltà. Uno degli strumenti che Forza Italia sta studiando su input del Cavaliere è l'imposta negativa sul reddito.

In inglese la Negative income tax, ideata dall'economista liberista Milton Friedman, che consiste in un sistema progressivo di tassazione nel quale chi ha redditi sotto una certa soglia riceve una somma supplementare da parte dello Stato invece di pagare. Una versione liberale dei sussidi che ha il pregio di evitare costi amministrativi dei vari redditi extra ed evita alcuni difetti degli sgravi fiscali, primo fra tutti il fatto che escludono chi ha redditi troppo bassi e non paga imposte. Idea da adattare all'Italia, ancora in cantiere come le altre uscite in questi giorni.

La premessa è la riduzione del debito per liberare risorse. Le linee guida restano quelle della «Equazione del benessere economico»: la riduzione delle tasse che favorisce la crescita e quindi il benessere degli italiani. La novità sono interventi immediati per «i tanti, troppi cittadini che non ce la fanno», come aveva spiegato lo stesso Berlusconi mercoledì scorso parlando con alcuni parlamentari azzurri. Tra le misure accennate durante un collegamento Skype, un innalzamento delle pensioni minime, forme previdenziali a favore delle casalinghe. Resta in campo anche la flat tax. Cioè un sistema fiscale con un aliquota unica che Antonio Martino proposte per primo in Italia ai tempi della fondazione di Forza Italia. L'aliquota alla quale il cantiere sta lavorando è quella del programma storico degli azzurri: 22 per cento. Poi stop alle tasse sulle donazioni e sulle successioni.

Una serie di punti progammatici che saranno il perno della campagna per le prossime elezioni politiche. L'idea di fondo è introdurre delle micro misure flessibili di emergenza, diverse per situazioni e fasce di età. Quindi lavoro e buona formazione per i giovani disoccupati, compreso il cosiddetto lavoro di cittadinanza che il capogruppo degli azzurri alla Camera Renato Brunetta aveva presentato mesi fa prima dell'ex premier Matteo Renzi.

Poi sgravi per le famiglie numerose. Assistenza rafforzata per le donne separate o divorziate che magari si ritrovano a dovere assistere genitori anziani. Poi il rafforzamento delle reti di solidarietà, del volontariato, ad esempio il recupero delle eccedenze alimentare per distribuirle ai più poveri.

Programmi sui quali è possibile anche recuperare la Lega di Matteo Salvini, in particolare sulla flat tax. Restano distanti le posizioni sull'Europa. Silvio Berlusconi è contrario all'uscita dall'euro, ma ha intenzione di ribadire una linea di forte contrasto alla linea che oggi è vincente a Bruxelles.

Il rigore è nel Dna dei liberali, ma la rigidità delle istituzioni Ue, non aiutano né l'Italia né l'Europa.

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