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La t-shirt di Salvini con "Bella ciao" fa infuriare il popolo di sinistra

Il leader leghista posta su Fb una t-shirt che che celebra le vittorie leghiste nelle ex roccaforti rosse. "Una mattina mi son svegliato...". Ed è polemica

La t-shirt di Salvini con "Bella ciao" fa infuriare il popolo di sinistra

Il crollo delle roccaforti rosse in Toscana impresse su una maglietta. È questo l'ultimo sfottò targato Lega che sta facendo venire un travaso di bile al Partito democratico di Maurizio Martina reduce di una sconfitta senza precedenti alle elezioni comunali del mese scorso. La t-shirt, apparsa per la prima volta domenica scorsa sul pratone di Pontida, è immancabilmente finita sul profilo Facebook di Matteo Salvini. Con il leader del Carroccio a farne da "testimonial" (guarda qui).

"Vi piace questa maglietta? A chi la dedichiamo?", chiede sarcastico Salvini. E, a coronare il post su Facebook, una emoticon tutta sorridente. Oggi pomeriggio il ministro dell'Interno ha, infatti, postato sul social network una sua foto che lo ritrae mentre mostra con soddisfazione la maglietta che celebra le recenti vittorie leghiste nelle ormai ex roccaforti rosse toscane. "Una mattina mi son svegliato Pisa ciao, Massa ciao, Siena ciao ciao ciao", si legge sulla maglietta (bianca con testo rosso) che, chiaramente, rivisita il canto partigiano Bella ciao. E in calce al motivetto: "Musica Lega Toscana, dirige il maestro Matteo Salvini".

Il post di Salvini è stato immediatamente condiviso da svariate migliaia di follower. Ma non sono certo mancate le polemiche. "La dedichiamo a tutti i comunisti che si credono intelligenti ma sono solo ipocriti", commenta Marco insieme a molti fan del leader del Carroccio che ironizzano sulla débâcle piddina alle elezioni amministrative. Non sono, però, mancate le proteste dell'elettorato di sinistra che si è indignato perché, a loro dire, la maglietta getterebbe fango sul "sacrificio dei partigiani per liberare l'Italia dal nazifascismo".

E così, sotto il post del titolare del Viminale, sono apparsi anche diversi commenti polemici che lo invitavano a "non infangare la Resistenza".

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