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Da Taddei a Guerra, è già gara per lo Sviluppo

Il responsabile Economia del Pd e l'ex ad di Luxottica tra i favoriti al termine dell'interim

Da Taddei a Guerra, è già gara per lo Sviluppo

Roma «Per ora prendo l'interim, poi vedremo», fa sapere da Washington Matteo Renzi dopo le dimissioni di Federica Guidi. E quel «per ora» scatena le fantasie di molti. Anche perché il premier assicura che presto proporrà il successore del ministro dello Sviluppo.

«I tempi saranno brevi», conferma il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini. Intanto si è inevitabilmente scatenato il totoministro. I nomi sono tanti, ma sembra che Renzi preferisca ancora una donna e anche per questo in pole position ci sarebbe il viceministro dello Sviluppo Teresa Bellanova. La 58enne salentina è molto stimata da Renzi, che nel mini-rimpasto di febbraio l'ha promossa da sottosegretario al Lavoro a numero due del Mise. Sindacalista vicina all'Ulivo, poi parlamentare Pd, sarebbe una nomina interna che non provocherebbe divisioni al Nazareno, ma sarebbe da concordare con Ncd. Un problema, sussurrano i maligni, è che non sa l'inglese.

C'è chi punta, invece, su Andrea Guerra. Il manager preferito del premier, ex Ceo di Luxottica, dopo un anno ha lasciato il posto da consigliere strategico di Renzi per tornare a settembre scorso al settore privato, quando Oscar Farinetti affidò Eataly nelle sue mani. Può essere difficile lasciare così presto il nuovo incarico.Delle chances avrebbe anche Filippo Taddei, quarantenne responsabile economia del Pd. L'economista, è uno dei volti nuovi scoperti da Renzi alla Leopolda del 2010.Tra gli altri possibili candidati c'è l'ex bersaniano Vasco Errani, già governatore dell'Emilia per tre mandati e più volte in corsa per il vertice o il secondo posto al Mise. «È una delle personalità più importanti del partito, della regione e del Paese», dice il segretario Pd di Bologna, Francesco Critelli.

Si parla poi del sottosegretario alla presidenza Claudio De Vincenti. Economista, è già stato sottosegretario e viceministro del ministero dello Sviluppo, ma per Renzi avrebbe l'handicap di essere troppo vicino a Massimo D'Alema e Franco Bassanini.Quest'ultimo potrebbe entrare nella corsa, quasi un indennizzo per essere stato «rottamato» dal premier a luglio, quando ha lasciato la Cassa depositi e prestiti.Circolano voci, poi, sull'ipotesi di accorpare Mise e ministero dell'Ambiente lasciando la guida al centrista Gianluca Galletti. Pur essendo un tecnico, la Guidi era vicina all'Udc e un eventuale eccesso di potere potrebbe essere compensato a livello di sottosegretari.

Qualcuno sponsorizza anche il ciellino Raffaele Tiscar, vicesegretario generale di Palazzo Chigi. Uomo fidato del Giglio magico, potrebbe però creare a Renzi problemi con Telecom, dopo mesi di polemica aperta sul piano della società che parla ora francese.

E Mauro Moretti? Quello dell'amministratore di Finmeccanica è un nome che si fa, ma sembra strano che rinunci al suo stipendio d'oro.

Tra i personaggi ingombranti, allora, perché non il banchiere Alessandro Profumo? Voci fiorentine assicurano che il sottosegretario alla presidenza Luca Lotti stia facendo un discreto sondaggio che riguarda l'ex presidente del Monte dei Paschi di Siena.

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