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Taglio stipendi parlamentari, Borghi (Lega) frena: "Non c'è nel contratto"

Claudo Borghi stoppa Di Maio: "Io c'ero quando si scriveva il contratto di governo. E in quel contratto tra Lega e M5S, il taglio degli stipendi dei parlamentari semplicemente non c'è"

Taglio stipendi parlamentari, Borghi (Lega) frena: "Non c'è nel contratto"

Prosegue lo scontro in seno alla maggioranza. A dividere Lega e Cinque Stelle stavolta c'è il tema degli stipendi degli eletti. "Io c’ero quando si scriveva il contratto di governo - dice Claudio Borghi (Lega) E in quel contratto tra Lega e M5s, il taglio degli stipendi dei parlamentari semplicemente non c’è". Il presidente della commissione Bilancio della Camera in un’intervista a Repubblica ribatte a Di Maio, che aveva annunciato quel taglio come la prima cosa che avrebbe fatto il governo gialloverde nel 2019. "Francamente ne dubito- ribadisce Broghi -. Vada a riprendersi il capitolo 26: si parla di 'tagliare i costi della politica e delle istituzioni, eliminando gli eccessi e i privilegi' con esplicito riferimento a vitalizi, autoblu, aerei di Stato, ma non alle indennità di deputati e senatori. E sa perché? Perché sul punto non c’era accordo e si è deciso di accantonarlo". Insomma, se quella precisa cosa non è stata scritta vuol dire che non fa parte del "contratto" e quindi non esiste un accordo politico.

"Senza ombra di dubbio - prosegue Borghi - le priorità sono altre. Tra l’altro io sono sempre stato contrario a questo taglio, l’ho dichiarato anche in tempi non sospetti. Le indennità servono a garantire, ad attrarre competenze". Secondo Borghi "bisognerebbe candidare cittadini non affamati, perché più si ha fame e più si rischia di restare vittima di offerte improprie: pre o post ruolo che si ricopre. Quel che interessa alla gente è avere parlamentari che lavorano nel loro interesse, non quanto guadagnano".

Ai microfoni di Radio Cusano Campus Francesco D'Uva, capogruppo del M5S alla Camera, ha ammesso che "nel contratto di governo c'è il taglio ai privilegi e agli sprechi, un po' generico", poi però ha aggiunto che "secondo noi il taglio dello stipendio dei parlamentari rientra in questa voce. Vogliamo tagliare di un terzo il numero dei parlamentari e tagliare gli stipendi, o indennità, chiamatelo come volete. Noi del M5S l'abbiamo già fatto, ora però vogliamo farlo per legge per tutti, per restituire fiducia ai cittadini nelle istituzioni e dimostrare che si può fare politica in modo sano e non per arricchirsi".

Lo scontro, come si vede, è solo all'inizio. Ed è facile prevedere che sarà solo il primo, da qui alle prossime elezioni europee. Ogni forza politica desidera marcare bene il territorio e lucidare le medaglie.

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