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Tajani: "Moderati rimasti senza riferimento Il rilancio azzurro partirà da giovani e liste civiche"

Il presidente del Parlamento Ue e numero due di Forza Italia: «Sud snobbato dal governo, Berlusconi si candiderà lì»

Tajani: "Moderati rimasti senza riferimento Il rilancio azzurro partirà da giovani e liste civiche"

A ntonio Tajani chiude la telefonata con la Spagna. «Mi sono congratulato con Pablo Casado, il nuovo presidente del Partido Popular, successore di Rajoy ed erede di Aznar, di cui è stato assistente. È importante mantenere una rete di rapporti con i politici amici. Perché i problemi si risolvono insieme, in Europa». Il numero uno del Parlamento europeo è appena tornato da Genova, dove ha incontrato il governatore azzurro della Liguria, Giovanni Toti e ha partecipato all’assemblea regionale azzurra, nella sua nuova veste di vicepresidente di Forza Italia.

Disinnescata la mina Toti, il pericolo di uno strappo del governatore ligure?
«Ho parlato con Giovanni e non mi sembra abbia alcuna intenzione di uscire da Fi. Gli ho detto che deve avere un ruolo nel rilancio del partito e che collaboreremo nella nuova stagione delle assemblee d’autunno in tutti i comuni e le province. Lui parla molto di rinnovamento e di allargamento alle liste civiche, il 30 riunirà quelle liguri, bene, e ce ne sono tante altre nelle regioni Italia, molto vicine a noi. Dunque, lavoreremo tutti insieme con l’obiettivo di allargare i confini del partito».

Giovedì il Cavaliere incontrerà a Roma parlamentari, eurodeputati e amministratori locali azzurri per indicare le linee guida del partito. Quali sono?
«La prima prova è il voto europeo di primavera e dovremo recuperare i consensi perduti. Vogliamo Fi di nuovo protagonista del centrodestra e crediamo sempre nella forza della coalizione, di cui la Lega fa parte. Ho chiesto a Berlusconi di candidarsi e di farlo nel Sud, che questo governo ha dimenticato. Io punterò ad un secondo mandato alla presidenza del Parlamento Ue. Il rilancio di Fi partirà da un coinvolgimento di una base larga sul territorio e appunto delle liste civiche. Quello che vogliamo, e Berlusconi l’ha detto più volte, è occupare il grande spazio dei moderati che hanno perso un punto di riferimento e aggregare sulla base dei nostri valori. È uno spazio enorme di consensi, che va dal mondo della piccola e media impresa a quello del volontariato. Vogliamo puntare sui giovani, che non hanno più referenti e sull’Italia che produce e crea occupazione. Questo governo si spartisce le poltrone, secondo i peggiori riti della Prima Repubblica: sapremo chi va alla Cdp e chi va alle Ferrovie, ma vorremmo sapere dove va un giovane disoccupato per trovare lavoro».

A proposito di occupazione: assistiamo sul decreto dignità allo scontro tra Di Maio e Boeri sugli 80mila posti di lavoro a rischio e Fi chiede radicali modifiche, con la reintroduzione dei voucher.
«Si vogliono nascondere i dati veri. Ma agli italiani non interessa se abbia ragione Di Maio e Boeri, interessa la verità sulle prospettive dell’occupazione. Perché il governo non chiede una verifica alla Corte dei conti, organismo indipendente, sugli effetti del dl dignità? Per me, le previsioni dell’Inps sono ottimistiche. Questo decreto sembra scritto dalla sinistra, dalla Cgil, non so come la Lega possa accettarlo. Noi lo avversiamo e abbiamo portato avanti una fortissima azione per i voucher in turismo e agricoltura».

Fate opposizione al governo del vostro alleato Salvini, posizione delicata...
«Loro sono al governo con il M5s, ma in quel partito populista e giustizialista Fi non può riconoscersi. Speriamo che Salvini si ricreda, torni a casa. È un esecutivo in cui tutto è incerto e contraddittorio. Forse mangerà un panettone scaduto non credo la colomba. Sui problemi concreti non si capisce che posizione abbia. Ad esempio, sta con i No Tav che aggrediscono e sfasciano tutto o con la polizia che li contrasta? Come possiamo sostenere un governo che invece di garantire la costruzione delle infrastrutture necessarie al Paese, vuol tornare indietro?».

La Lega non riesce a difendere il programma del centrodestra?
«Direi di no, c’è una contrattazione continua ma, come diceva Totò, “è la somma che fa il totale”. Dov’è la riduzione fiscale, dov’è la flat tax promessa per il primo consiglio dei ministri? Si presentano proposte di legge, ma il governo dovrebbe intervenire con un decreto, come ha fatto con il dl dignità, vista l’urgenza. Vedremo se avranno il coraggio di farlo. Per ora, anche sul reddito di cittadinanza sento solo chiacchiere. E la nostra opposizione sarà fermissima. Sull’agricoltura, ad esempio, serve una battaglia dura a Bruxelles, i nostri capigruppo stanno studiando come contrastare i tagli del Pac, che costeranno miliardi al nostro Paese. Ci auguriamo che il governo dimostri lo stesso impegno, invece di indebolire Italia a livello internazionale».

Dice che l’esecutivo Conte non si occupa del Sud, eppure il M5S ha fatto il pieno di voti nel Meridione.
«Poi, però, l’ha abbandonato e già si dimostra quanto quel consenso sia effimero. Basta guardare ai guasti che stanno portando nel Sud i primi provvedimenti del governo. Sarò il prossimo fine settimana a Vietri sul mare, la mia famiglia è originaria della Costiera Amalfitana e vogliono darmi la cittadinanza onoraria, conosco bene le problematiche di quelle zone e sono convinto che si debba guardare al Sud come ad una grande risorsa per il Paese. Ma serve un piano, non è possibile che l’alta velocità si fermi a Salerno, servono infrastrutture, strade, digitale, soprattutto lavoro»

Sull’Ilva Cantone avverte Di Maio che il parere dell’Anac non comporta l’annullamento della gara e Fi accusa il governo di cercare un pretesto per chiudere l’acciaieria. È convinto di questo?
«Sì, il disegno di Di Maio è di chiudere l’Ilva e questo vuol dire uccidere la politica industriale italiana, il settore dell’acciaio e dare un colpo mortale al porto di Taranto. Questo, mentre non si fa nulla per aiutare le imprese meridionali soprattutto, ma anzi le si penalizza con il dl dignità»

Sull’immigrazione Salvini rivendica grandi successi. Lei è stato recentemente in Libia e in Niger e indica una strada diversa, con l’Ue al centro.
«Non si riducono i flussi chiudendo i porti, quella è l’ ultima tappa ma bisogna impedire che gli immigrati partano dalla Libia e prima ancora dall’Africa subsahariana. Serve una strategia a largo spettro per capire la crisi di quei Paesi, i cambiamenti climatici, l’espandersi del terrorismo, da Daesh a Boko Haram, l’origine dei flussi. Solo favorendo la crescita dell’Africa avremo dei risultati. Berlusconi ha sempre parlato di un Piano Marhall, mi fa piacere vedere ora che in un’intervista al Washington Post Salvini riconosca che questa è la via giusta. E credo che il governo si sia anche reso conto di aver sbagliato a scegliere i suoi alleati nei Paesi di Visegrad. Loro dicono “Non vogliamo l’invasione dei musulmani”, ma ho parlato con ragazze etiopi che avevano la croce al collo e facevano racconti raccapriccianti: erano state violentate, i loro padri e fratelli uccisi perché si ribellavano. I Paesi dell’Est, che rivendicano le loro radici cristiane, rifiutano anche loro. Sull’immigrazione io sono per la forza, non per la violenza. E premia di più».

Sulla legittima difesa, sembra che Fi e Lega facciano a gara a presentare pdl.
«Anche sulla sicurezza, il governo è in ritardo, lascia l’iniziativa ai parlamentari. Ho appena sentito alla radio di un cittadino che ha subito la quinta rapina in casa e capisco l’esasperazione».

L’Austria vuole il doppio passaporto ai sudtirolesi.
«Tenta di tornare indietro di anni, riaprire divisioni superate.

Il governo dica di no, l’ Europa ha tolto frontiere e oggi i cittadini dell’Alto Adige sono italiani come gli altri, nulla a che vedere con quelli dell’ex Jugoslavia che hanno vissuto il dramma delle foibe».

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