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Tajani ospite di Salvini La Lega adesso cerca di rassicurare l'Europa

Il presidente del Parlamento Ue al meeting del Carroccio: "Tra noi un rapporto positivo"

Tajani ospite di Salvini La Lega adesso cerca di rassicurare l'Europa

Roma - Tra Matteo Salvini e Antonio Tajani non sono mancate le battute pungenti. Soprattutto del leader della Lega verso il presidente azzurro del Parlamento europeo, candidato premier in pectore di Forza Italia, se non sarà Silvio Berlusconi. Ma ieri erano ambedue all'incontro sul rapporto con la Ue della scuola di formazione politica del Carroccio, a Milano. Non si sono incrociati, perché il primo è intervenuto la mattina e l'altro è stato l'ospite d'onore nel pomeriggio, intervistato dal presidente della scuola, Armando Siri, su revisione dei trattati, crisi dei migranti, banche, terrorismo.

Ma si sono parlati a distanza ed è difficile non leggere in questo invito una diversa apertura della Lega verso l'Europa, un tentativo di inviare messaggi rassicuranti alle istituzioni di Bruxelles e al Ppe, anche una diversa posizione verso il più importante italiano (azzurro) che rappresenta l'Ue. Certo, lo staff di Salvini fa sapere che l'iniziativa non è stata del leader e lui lancia un'ultima frecciata: «Alle scuole politiche invitiamo tutti. Abbiamo un'idea di Europa molto diversa da quella di Tajani. Prima viene l'interesse nazionale italiano». Poi, però, corregge il tiro, precisa che la Lega è «ben contenta di ospitare Tajani, che presenterà il suo punto di vista sull'Europa», dice che il partito vuole «dare un'ultima chance all'Europa per cambiare, se viene risposto no, meglio soli che male accompagnati. La mediazione va bene, ma oltre un certo punto è calare le braghe».

Nell'agorà leghista Tajani viene spesso applaudito, l'accoglienza è buona. Sulla sua candidatura a premier ripete: «Sono presidente del Parlamento europeo e voglio continuare a farlo. Sono convinto che la corte di Strasburgo darà ragione a Berlusconi, quindi non c'è bisogno di cercare nessun candidato, perché sarà lui ancora una volta». In sintonia con i suoi ospiti afferma che «l'Europa così com'è non va, va cambiata, alcuni trattati vanno modificati e l'Italia deve contare di più: su questi temi c'è una sostanziale identità, quindi sono abbastanza ottimista». Con Salvini ci sono «buoni rapporti, possiamo aver avuto posizioni diverse sull'euro o sull'Europa, ma nessuno screzio». Per lui, tra Lega e Fi c'è «un rapporto positivo, le differenze rappresentano una risorsa, la coalizione non vuol dire essere identici e fare un unico partito, ma avere un comune denominatore, la lotta alla burocrazia e all'oppressione fiscale».

Tajani batte sull'unità del centrodestra, «sempre elemento vincente», come in Sicilia e lo sarà alle prossime politiche, regionali e amministrative. «L'unita è dietro l'angolo - dice -, sono convinto che alla fine l'Italia avrà un governo di centrodestra». Risponde alle domande del pubblico e suscita applausi quando dice che sulla morte di Totò Riina i giornali sembrava parlassero di «un grande statista, discutendo di successione», mentre si tratta del più sanguinario capo della mafia.

Insomma, l'incontro sembra nato per far emergere, come dicono nel Carroccio «più i punti di contatto con l'Europa e il Ppe, e nella coalizione con Fi, che quelli di attrito».

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