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Tajani: piano per Roma in dieci "sì"

L'obiettivo: salvare la città dalla Raggi e dalla litigiosità gialloverde

Tajani: piano per Roma in dieci "sì"

Roma - Non è una questione romana, quella che agita il governo e vede il vicepremier Matteo Salvini scagliarsi contro la sindaca 5Stelle Virginia Raggi. No, per Antonio Tajani, la questione è nazionale perché Roma è la capitale e deve avere lo stesso status e le stesse competenze straordinarie della altre grandi capitali europee, da Parigi a Londra a Madrid.

Il presidente azzurro del parlamento europeo presenta, in un incontro nel centro storico della città, il piano dei «10 sì per Roma capitale europea», che si oppongono alla politica dei no dell'esecutivo gialloverde. «La città non può pagare il prezzo - avverte- dei capricci elettorali delle due forze di governo, perché prima degli interessi elettorali ci sono quelli dei cittadini». Il vicepresidente di Fi entra con decisione nella polemica sul «Salva Roma», che oppone Salvini a Di Maio, con una posizione opposta a quella del leader della Lega e un appello a tutte le forze politiche «pronte ad essere protagoniste» del rilancio. «Non si tratta di pagare il debito della sindaca, che per me dovrebbe andare a casa, ma di cambiare il modo di governare la città», dice. Il suo è un impegno, anche come presidente dell'Europarlamento, «perché non posso accettare di veder sprofondare una città come Roma».

Il primo sì è, appunto, quello al provvedimento per evitare il default della capitale: lo Stato prenda in carico le rate del debito di 255 milioni l'anno, senza trasferire i 300 milioni annuali a Roma. Questo, dice Tajani, con una ristrutturazione del debito e tassi rinegoziati con Cdp e banche, per «non far aumentare le tasse ai romani e a tutti gli italiani».

Al tempo stesso, bisogna subito attuare la legge del 2009, approvata sotto il governo Berlusconi, per trasferire ulteriori funzioni amministrative alla capitale: urbanistica, trasporto locale, commercio, rifiuti, fondi Ue.

Poi consolidare questo passaggio di poteri con una riforma e Tajani annuncia una proposta di legge costituzionale per l'equiparazione di Roma alle altre capitali europee. Seguono i sì a infrastrutture e cantieri, all'impulso al commercio e alle start up, al primato culturale, agli investimenti turistici, alle iniziative di sport e di solidarietà, ad un piano straordinario per la sicurezza, con il poliziotto di quartiere, la chiusura dei campi rom abusivi e la riapertura di presidi delle forze dell'ordine nelle periferie.

«La Lega è contro il Salva Roma per ripicca con il M5S che ha bloccato l'autonomia. È una follia bambinesca che spacca il Paese in due», interviene l'economista di Fi, Renato Brunetta.

Paolo Barelli e Francesco Giro sottolineano che per il trasferimento di poteri dalla Regione al Comune basterebbe un incontro tra il governatore laziale Nicola Zingaretti e la Raggi «domani mattina».

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