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Il Tar: «Le nozze gay? Illegali Ma Alfano non le può toccare»

Sentenza-pasticcio nel Lazio: «Matrimoni omosex fuorilegge, ma soltanto i giudici possono cancellarne la trascrizione»

Il Tar: «Le nozze gay? Illegali Ma Alfano non le può toccare»

RomaSulle nozze gay celebrate all'estero e riconosciute dal Comune è caos. Ieri si è pronunciato il Tar del Lazio riuscendo a non dare ragione né al sindaco né al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, né al prefetto. I giudici amministrativi riconoscono che i matrimoni omosessuali non sono ammessi dalla nostra legislazione ma allo stesso tempo invalidano l'annullamento voluto dal Viminale perché tale decisione per il Tar spetta soltanto all'Autorità giudiziaria. Quindi al momento le nozze restano trascritte e dunque valide. Il Tar con una sentenza pilatesca finisce per imbrogliare ulteriormente una faccenda già complicata. Alla decisione dei giudici amministrativi replica il Viminale sottolineando di aver «sempre coerentemente garantito il quadro normativo attuale in materia di stato civile» annunciando anche che approfondirà tutte le questioni affrontate dal Tar «nelle sedi giudiziarie competenti». Probabile quindi che Alfano faccia a sua volta ricorso.

Al Tar del Lazio erano ricorse due coppie di donne, convolate a nozze in Spagna, che avevano potuto trascrivere nei registri civili del Comune di Roma il loro matrimonio il 18 ottobre scorso grazie all'intervento del sindaco Ignazio Marino insieme ad altre 14 coppie. Sulla trascrizione delle nozze di coppie gay era intervenuto subito Alfano, che con una circolare aveva sollecitato le prefetture competenti ad annullare la procedura. Nel caso di Roma era intervenuto il prefetto, Giuseppe Pecoraro, annullando il riconoscimento. Quelle nozze erano da considerare nulle in Italia.

Ma due coppie non si sono arrese e si sono rivolte alla giustizia amministrativa chiedendo a loro volta di annullare la decisione del Viminale. Ma la risposta del Tar del Lazio non chiude la questione. Prefetto e ministro dell'Interno, scrivono i giudici amministrativi, non hanno il potere di annullare i matrimoni gay celebrati all'estero e poi trascritti nei registri civili dal sindaco. La cancellazione spetta soltanto al Tribunale. Questo non significa però, specifica il Tar, che quei matrimoni siano legittimi nel nostro Paese. Dopo «aver eseguito una ricognizione della normativa comunitaria e nazionale e della giurisprudenza costituzionale di legittimità» il Tar specifica che «la normativa nazionale non consente la celebrazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso». Quindi se non interviene il Parlamento con una legislazione ad hoc «che ponga la legislazione del nostro Paese in linea con altri paesi Ue le coppie omosessuali non vantano in Italia né un diritto a contrarre matrimonio né alla trascrizione di unioni celebrate all'estero». Ma visto che le nozze gay non rappresentano problema di ordine pubblico non spetta al prefetto annullarle. Per il Tar l'unico potere legittimato è il Tribunale: «Una trascrizione nel Registro degli atti di matrimonio può essere espunta o rettificata». Il risultato è che ognuno legge la sentenza dal suo punto di vista. Esulta il sindaco Marino perché di fatto l'annullamento delle trascrizioni delle nozze in Campidoglio è stato bloccato dal Tar. È il vicepresidente del Consiglio comunale di Milano, Riccardo De Corato (FdI) a far notare che «ad essere fuorilegge sono i sindaci che hanno trascritto le nozze gay quando nessuna legge italiana le autorizza e nonostante il divieto del Viminale». Anche a Milano infatti il sindaco Giuliano Pisapia ha trascritto nozze gay celebrate all'estero poi annullate dal prefetto.

Intanto la procura di Grosseto ha presentato ricorso contro la decisione del tribunale di Grosseto che aveva stabilito che il matrimonio contratto all'estero tra Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci deve essere trascritto nel registri del Comune.

«È molto probabile che io e Stefano - si è sfogato il primo - decideremo di cambiare paese».

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