Politica

Tartan di tutti colori Il classico si fa giovane

Ispirazioni rock su giacche e camicie di Scervino. Il parka è firmato da N.21

Lucia Serlenga

La moda è un'epidemia creata ad arte osservava George Bernard Shaw. E il contagio creativo del prossimo inverno si chiama tartan, il celebre motivo dei tessuti di lana delle Highlands scozzesi. Questa volta però è un tartan che non ti aspetti a cambiare l'immagine di quadri e quadretti, check e scacchi secondo una visione contemporanea e poco didascalica di un disegno che ha una storia secolare, con oltre 4000 tartan registrati e circa 700 variazioni realmente in commercio.

Fra i più usati c'è il Royal Stewart della Regina Elisabetta II in rosso, bianco e nero e il suggestivo Black Watch nei toni del verde e del blu. Il più raro è, invece, il nero su nero detto anche da lutto - bellissimo ed elegantissimo - prodotto dalla Weaving Mill, azienda con sede vicino al castello di Edimburgo. «Il mio è un tartan d'ispirazione rock perché rivisitato con la tecnica del patchwork» spiega Ermanno Scervino autore di una collezione che al tartan attribuisce un nuovo, incantevole lessico da superstar: tre diversi disegni cambiano il volto alla giacca sartoriale, è in tartan il dettaglio patchwork che trasforma la tela dei jeans destroyed, sono in tartan le camicie sapientemente ricamate che s'inventano una nuova dialettica con i pied de poule e gli spigati scomposti ad arte fino ad assumere inediti tagli di luce. Le inesplorate vie del tartan diventano nelle sapienti mani del designer grandi arterie per assemblare i toni del blu, del rosso, del verde e del giallo e far migrare i check anche su sneaker, cinture e cap. Non è un caso, del resto, che il bellissimo parka in nylon tartan sia anche uno dei capi più espressivi della collezione N°21: un concentrato di moderna essenzialità e di studiata funzionalità. E fra le tante irresistibili proposte firmate dal talentuoso Alessandro Dell'Acqua, in passerella compaiono il cappotto in neoprene tagliato al vivo e a disegni check, le belle camicie a righe con immagini da cartolina di una California assolata, i magnifici bomber in lucido nylon. Il tutto sottolineato da una declinazione di scarpe e boot in pelle o in cavallino innestate su una suola running e una borsa marsupio, anche questa in nylon tartan. Insomma tentazioni per giovani che amano i classici ricontestualizzati in modo contemporaneo. Non meno intrigante il punto di vista di Palm Angels, progetto del designer Francesco Ragazzi che questa volta si colloca fra culture opposte: il punk e il Mid-West, gli americani del ceto medio e i punk incavolati, la convenzione e la ribellione, il tartan e le borchie. Nasce così un modo irriverente e originale di «pasticciare» con i classici: il blazer, l'abito perbene, l'impermeabile, i jeans cinque tasche, la camicia cowboy, il piumino western, vengono torturati da spuntoni metallici mentre sui volti compaiono passamontagna chiodati. L'altra faccia della medaglia la offre invece Frankie Morello con la sfilata co-ed dal titolo «Escape». Ovvero una fuga dal mondo inumano delle metropoli dark sostiene il creative director Nicholas Poggioli puntando verso l'Everest e verso la ricerca del vero sé attraverso una visione personale di capi tecnici con termosaldature e borchie, eco pellicce in toni fluo e stampe «city» in colori neon. Poi, progressivamente, arrivano ispirazioni più suggestive catturate alla montagna e ai templi tibetani. Qui vincono i preziosi broccati, i ricami fatti a mano, i tessuti che ricordano i tradizionali tappeti orientali.

Un'atmosfera così spirituale da non ammettere alla corte di sua maestà la fantasia, nessun tartan neppure d'antan.

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