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Tav, lite gialloverde infinita Toninelli-Salvini a muso duro

Il ministro 5 Stelle attacca il vicepremier. Il Carroccio lancia la controanalisi costi-benefici : l'opera va fatta

Tav, lite gialloverde infinita Toninelli-Salvini a muso duro

Si riapre il fronte sul Tav nel governo Conte. L'ambiente si conferma terreno di scontro nella maggioranza. Dopo il compromesso sulle trivelle, risale tensione tra Lega e M5s sulla scelta di completare o meno la linea dell'Alta velocità Torino-Lione in Val di Susa. Per la prima volta, il ministro dell'Interno Matteo Salvini, da Roma, mette la Lega nel fronte del si: «La prossima settimana sarò a Chiomonte al fianco delle forze dell'ordine e a ribadire che i numeri in mio possesso dicono che l'opera va completata, che serve all'Italia, che sono maggiori i costi per sospenderla rispetto ad ultimarla. Poi ci confronteremo serenamente all'interno del governo. Io ho dei numeri forniti da alcuni tecnici ma aspetto di leggere i numeri della commissione». Il leader del Carroccio svela, dunque, di aver in tasca una controanalisi su rapporto costi-benefici che darebbe il via libera all'opera. Uno studio, commissionato a tecnici vicini alla Lega, che smonta l'analisi ufficiale ordinata dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che invece è una pietra tombale sui lavori. La guerra a colpi di analisi e dossier allarga, dunque, la distanza tra Lega e Cinque stelle sul Tav. La mossa di Salvini è un pugno in faccia a Toninelli e allo studio del Mit, ritenuto non affidabile. E il cui esito sarebbe condizionato dal professore Marco Ponti, notoriamente anti-Tav. Due dossier che certamente fanno slittare la decisione, segnando, però, una linea netta tra i due azionisti della maggioranza gialloverde. E anche l'ipotesi di un referendum, dopo l'uscita di ieri di Salvini, appare superata. La controanalisi leghista è la risposta al ministro Toninelli che da Pioltello, luogo della tragedia ferroviaria in cui persero la vita un anno fa tre persone, aveva provato a stuzzicare il titolare del Viminale sul tema Tav: «La più grande opera in questo Paese è evitare che ci siano altri morti di Stato per incidenti conseguenti alla cattiva manutenzione, mi avrebbe fatto molto piacere vedere Matteo Salvini qui con me a ricordare tre morti di Stato». Il botta e risposta traccia il confine: Lega a favore del Tav, M5S contro. Nel mezzo il premier Conte, che tenta di spostare l'asse verso i grillini: «Da mesi il dibattito è tutto concentrato sulla Tav, ormai siamo il governo del non fare». Ma quell'opera che ha un così forte impatto ci obbliga responsabilmente a recuperare le valutazioni fatte più di 20 anni fa, vogliamo vedere se sono ancora attuali visto che questo benedetto buco non è ancora iniziato», dice intervenendo al congresso del Movimento cristiano lavoratori. Intanto, il primo banco di prova sarà il 28 gennaio quando a Montecitorio sarà discussa la mozione Pd che chiede al governo di dare il via libera ai bandi di gara per continuare i lavori della Tav. Anche se appare difficile che la Lega possa appoggiare una proposta dei dem. L'esecutivo balla, con le opposizioni che provano a infilarsi nelle difficoltà. Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, chiede al Carroccio di rompere sul Tav: «Se non si fa, la Lega abbia il coraggio di mandare a casa il governo Conte. La forza con la quale una parte del governo si oppone al progetto fa capire come questo esecutivo non voglia creare le infrastrutture». Fino alle europee non si muoverà nulla. Uno scenario confermato dal sottosegretario al Mef, Massimo Garavaglia. Poi alla luce dei dati elettorali, il Tav aprirà la resa dei conti tra Lega e Cinque stelle.

Decidendo anche le sorti dell'esecutivo.

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