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Tav, Salvini apre a referendum: "Voterei Sì". Ma il M5s: "Opera da bloccare"

Matteo Salvini lancia la proposta di un referendum sulla Tav. Il ministro degli Interni apre dunque ad una consultazione sulla realizzazione della Torino-Lione

Tav, Salvini apre a referendum: "Voterei Sì". Ma il M5s: "Opera da bloccare"

Matteo Salvini lancia la proposta di un referendum sulla Tav. Il ministro degli Interni apre dunque ad una consultazione sulla realizzazione della Torino-Lione. Il titolare del Viminale ha fatto sapere che tiferebbe per il "Sì". Il referendum potrebbe scattare nel caso in cui dalla comissione costi-benefici sulla Tav non arrivassero risposte chiare. Intervenendo ad un incontro organizzato da Confindustria Lombardia, il ministro ha affermato: "Aspettiamo il rapporto costi-benefici ma - visto che riguarda soprattutto torinesi, piemontesi e gran parte della penisola italiana - se non si arrivasse a una decisione, chiedere ai cittadini cosa ne pensano, penso che possa essere una strada".

E sulle modalità di rimettere al centro del dibattito sulla grande opera la volontà popolare, Salvini è stato chiaro: l'idea è quella di un referendum. Secondo il vicepremier"l’unica cosa che non può succedere è che si vada avanti ancora per settimane o per mesi a discutere. Quindi sulla Tav serve una risposta nelle prossime settimane: i cantieri si aprono o non si aprono. L’importante è avere dei sì o nei no, io - ribadisce il titolare del Viminale - tifo sì. Se i tecnici ci dicessero no o forse, bisogna ascoltare i cittadini". Insommma la partita della Tav resta aperta e il parere dei tecnici di fatto potrebbe essere determinante per scegliere la strada della realizzazione diretta dell'opera o quella di una consultazione referendaria. E alle parole di Salvini ha risposto Lugi Di Maio a Quarta Repubblica, il talk show di Rete 4 condotto da Nicola Porro: "Non stiamo parlando della Tav in generale, ma della Torino-Lione. Oggi si parla di un referendum, non è un ministro a chiedere un referendum, ma i cittadini devono richiedere. È la legge, come statuti regionali e comunali, che li prevedono". Infine il ministro ha aggiunto: "Al ministero stiamo facendo lo studio costi benefici che non durerà in eterno - ha proseguito - faremo dire ai tecnici se questa opera è valida o è stata fatta per spartirsi mazzette. C’è il tema di una comunità che chiede il referendum e chi siamo noi per impedirlo? Ha concluso".

"Ci stupiscono le proposte dei leghisti su un possibile referendum sulla questione Tav". Non si è fatta attendere la risposta del Movimento 5 Stelle di Palazzo Civico che con la capogruppo Valentina Sganga ha replicato a muso duro: "Evidentemente il ministro Salvini, che non si capisce neanche più che ruolo abbia, se di ministro degli Interni o dei Trasporti, ha già appurato che i risultati dell'analisi costi-benefici danno ragione alle migliaia di persone scese in piazza sabato scorso e cerca un escamotage, come la proposta di un referendum con 20 anni di ritardo". Quindi la stoccata dei pentastellati della Sala Rossa: "Faccia i conti con la realtà: il Tav va fermato a prescindere dalle promesse avanzate tra un caffè e l'altro".

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