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Tax day guastafeste, slitta la tredicesima

La Cgia: martedì il fisco si prende 44 miliardi. Allarme Federconsumatori: molte imprese in ritardo con il bonus di dicembre

Tax day guastafeste, slitta la tredicesima

RomaUna tax day guastafeste, letteralmente. Si avvicina il 16 dicembre, ultimo giorno utile per pagare una serie di tributi che garantirà versamenti record alle casse pubbliche, centrali e periferiche. Sono 44 miliardi di euro secondo una stima fatta ieri dalla Cgia di Mestre. Il versamento dell'Iva garantirà l'importo più cospicuo, pari a 16 miliardi di euro; dalle ritenute Irpef dei lavoratori dipendenti l'Erario incasserà altri 12 miliardi, mentre l'ultima rata dell'Imu, che in grandissima parte affluirà nelle casse dei sindaci, costerà agli italiani ben 10,6 miliardi di euro. Il Natale 2014 sarà ricordato anche per la comparsa della Tasi e i suoi 2,3 miliardi di incassi ai Comuni. Dalla Tari, vale a dire il nuovo tributo sui rifiuti, arriveranno alle amministrazioni comunali 1,9 miliardi, mentre dal versamento dell'Irpef dei lavoratori autonomi arriverà un miliardo.

Il 16 dicembre è tradizionalmente una scadenza che «fa tremare i polsi», ha commentato il segretario degli artigiani di Mestre. Ma questa è «una pioggia di scadenze - insiste Bortolussi - che potrebbe mettere in seria difficoltà molte famiglie e altrettante piccole imprese a causa della cronica mancanza di liquidità».

La pessima coincidenza tra pressione fiscale record e crisi è confermata da una segnalazione di Federconsumatori, secondo la quale gran parte delle tredicesime verrà consumata per pagare le tasse e, cosa più preoccupante, in molte piccole e medie aziende potrebbe saltare, «slittando a gennaio o a marzo», ha spiegato Rosario Trefiletti, numero uno dell'associazione consumeristica. «Ci arrivano segnali in questa direzione», fa sapere Elio Lannutti, presidente di Adusbef, «piccole e medie aziende con le casse vuote di cash potrebbero decidere di far slittare di 2 o 3 mesi le tredicesime». Un problema di liquidità che aggrava una crisi sempre più strutturale dell'economia italiana.

Dalle imprese, alle famiglie, le feste 2014-2015, segnano un altro record negativo. «Anche quest'anno sarà un Natale di austerity e prosegue il trend negativo dei consumi natalizi, che ha visto la spesa complessiva degli italiani calare di oltre 8 miliardi di euro dal 2007 ad oggi», è la valutazione fatta dal Codacons. Secondo l'organizzazione dei consumatori, per il Natale 2014 gli acquisti delle famiglie per beni e servizi tipici delle festività scendono del 5% rispetto allo scorso anno, con una contrazione della spesa di circa 500 milioni di euro sul 2013. Si salveranno dalla crisi alcuni settori, in particolare alimentari, telefonia e giocattoli, i cui consumi «saranno in linea con quelli degli scorsi anni». Male abbigliamento, calzature, arredamento, che sono i settori più colpiti.

E sono anche eccellenze del made in Italy.

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