Cronache

Taxi, cento identificati per gli scontri in piazza E il fronte si spacca

Convalidati quattro fermi. Tra le sigle sindacali non c'è l' intesa: Uber ringrazia

Taxi, cento  identificati per gli scontri in piazza E il fronte si spacca

Il day-after degli scontri tra i tassisti più esagitati e le forze dell'ordine nel centro di Roma, di fronte alla sede del Partito democratico, parte dalla convalida dei fermi. Quattro in tutto, e tre almeno non sono tassisti. Due sono esponenti di Forza Nuova: Luciano Castellino, leader romano del movimento di estrema destra, e Claudio Ciaburro, accusati di resistenza e violenza aggravata a pubblico ufficiale. Convalidato il fermo senza misure cautelari, sono tornati a casa. Il terzo è Massimiliano Ciammetti, un ambulante fermato «per atti di violenza con l'uso di un tirapugni» e immortalato mentre sembra prendersela proprio con Castellino, mentre quest'ultimo è steso sull'asfalto. Il quarto è il «bombarolo» che ha lanciato la bomba carta che ha mandato in frantumi i vetri di una finestra di un palazzo in via In Aquiro, a pochi metri da Montecitorio. Un centinaio, invece, le persone identificate durante gli scontri e le cui posizioni sono ora al vaglio, mentre la digos spulcia i filmati a caccia di altri eventuali responsabili.

Quanto all'intesa, se martedì ha fermato le tensioni di piazza, facendo riprendere quasi ovunque il servizio degli yellow cab nostrani, ha anche segnato una rottura nel fronte della protesta. Venti sigle dei tassisti hanno approvato l'accordo con il titolare del Mit Graziano Delrio al termine di un'assemblea organizzata presso la sede della cooperativa «3570» (tre voti contrari su circa 400). In contemporanea, però, in aeroporto a Fiumicino si sono riuniti i tassisti di Federtaxi Cisal, Ugl e Usb, i tre sindacati che si sono rifiutati di sottoscrivere l'accordo di martedì notte. Per le tre sigle l'intesa condannerebbe i tassisti al «precariato» oltre ad aver già diviso la categoria. Chiamata, tra l'altro, a presentare una proposta unitaria entro il 21 marzo, trovando un punto di incontro tra falchi e colombe. La scadenza non ferma le critiche e la contrarietà del fronte del «no» all'intesa. Così Alessandro Genovese di Federtaxi-Cisal suggerisce al governo un dietro-front sull'emendamento-Lanzillotta (è «come un'ipoteca», spiega) in mancanza del quale «intraprenderemo forme di lotta nelle città, tenendo conto di ciò che impone il rispetto della legge sugli scioperi». Qualche tensione, in vista del mese di trattative per preparare la proposta, c'è anche tra i favorevoli. «Un'occasione che non possiamo perdere», ricorda Sergio Tarabù di Uiltrasporti. E Nicola Di Giacobbe di Unica Cgil avvisa: «Se non riusciamo a metterci d'accordo le organizzazioni sindacali hanno perso, e se non lo facciamo noi, lo farà qualcun altro».

Paradossalmente, i giorni di agitazione e sospensione del servizio in diverse città, con corollario di incidenti a Roma e non solo, è stata benzina per il «nemico» della protesta: Uber. Non solo il software concorrente per il trasporto urbano ha alzato le tariffe («dinamiche», crescono con l'aumentare della domanda), ma lo sciopero delle auto bianche ha anche spinto tantissimi utenti a rivolgersi al servizio, scaricando - spesso per la prima volta - l'App che permette di prenotare le corse.

Passata dal 300esimo al 12esimo posto assoluto sull'App Store di Apple, e dal 524esimo al 90esimo sul Play Store di Android.

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