Politica

Da tecnico ad aspirante leader Prende forma il partito di Calenda

Un contenitore centrista dopo la rottura con Matteo

Da tecnico ad aspirante leader Prende forma il partito di Calenda

Roma - Dal partito del non voto a un movimento politico in carne e ossa: Carlo Calenda ci lavora. Anzi, il ministro dello Sviluppo Economico del governo Gentiloni ci sta lavorando e pensando da mesi: l'intervista al Corriere della Sera in cui boccia la corsa alle elezioni anticipate segna il punto di rottura tra l'era renziana e una prospettiva politica rinnovata, ma soprattutto la prima pietra di un progetto in cantiere da tempo. Ed è nella nuova prospettiva che Calenda pare stia giocando un'altra partita per occupare un posto da protagonista: passare da ministro tecnico a leader politico. L'ex montiano ha l'età giusta (44 anni) e il volto pulito per essere alla guida di una formazione politica.

Calenda sta sondando il terreno per organizzare un movimento centrista, riunire in un soggetto politico l'area moderata e liberale. Le prime adesioni sono arrivare da due esponenti del Pd. Matteo Richetti, parlamentare democratico che su Facebook scrive: «Ho profonda stima e considerazione del Ministro Calenda. Condivido questa intervista al Corriere perché mi pare possa riaprire la stagione in cui parliamo con responsabilità dei problemi dell'Italia». Il senatore dei Dem Massimo Mucchetti definisce - Calenda una risorsa per il Paese. Al di là delle dichiarazioni dei due parlamentari democratici, l'operazione Calenda ha mosso i primi passi al Sud. Nella Campania guidata dall'ormai ex renziano Vincenzo De Luca: il governatore campano è il primo pilastro su cui il ministro del governo Gentiloni intende costruire il nuovo movimento politico. Regista dell'asse tra Calenda e De Luca è il parlamentare napoletano Giovanni Palladino, ex Scelta Civica, tra i promotori (come Calenda) dell'associazione Italia Futura di Montezemolo. Dopo la rottura con Renzi, De Luca ha trovato in Calenda un nuovo interlocutore politico.

Dalla Campania arrivano altri due sponsor, politici ed economici, per il partito del ministro: gli imprenditori Gianni Lettieri, patron di Atitech e Gianni Punzo, fondatore dell'Interporto Campano dove il ministro allo Sviluppo Economico ha ricoperto il ruolo di direttore generale. Altro punto fermo dell'operazione è Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio, che con l'ex manager ha condiviso l'esperienza Monti.

In Parlamento l'intuizione di Calenda piace al ministro degli Esteri Angelino Alfano, leader di Ncd, che ha confidato ai suoi: «Calenda è il naturale federatore dei moderati». Via libera al disegno politico dell'ex manager Ferrari anche da parte di Pier Ferdinando Casini mentre i verdiniani di Ala restano, per ora, defilati ma soprattutto ancora appiattiti sulle posizioni renziane. Fallita l'opa sul centrodestra, Stefano Parisi potrebbe convergere con il movimento Energie per l'Italia nel futuro partito di Calenda. Dal centrodestra potrebbe arrivare anche l'adesione dell'ex ministro Gaetano Quagliariello mentre Forza Italia mantiene una posizione distaccata.

Non c'è alcuno sostegno al progetto di Calenda ma un semplice apprezzamento per l'altolà alla corsa alle urne.

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