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Telefonata Johnson-Merkel: Brexit affondata. E i deputati: "Quanto dura la carta igienica?"

L'intesa si allontana. L'interrogazione sulle scorte arriva a Westminster

Telefonata Johnson-Merkel: Brexit affondata. E i deputati: "Quanto dura la carta igienica?"

Londra - Altamente improbabili. Sono le chance di accordo tra Ue e Londra sulla base della nuova proposta inglese presentata da Johnson la scorsa settimana. Il giudizio è di Angela Merkel e sarebbe stato formulato ieri mattina durante una telefonata di circa 30 minuti che la cancelliera tedesca ha avuto con il primo ministro inglese. Da giorni Londra si sta prodigando in uno sforzo diplomatico per cercare di convincere gli stati europei della bontà della sua proposta e da giorni continua a ricevere no più o meno fragorosi. Quello di ieri, il più pesante, giace come un macigno sulla strada di un accordo in tempo per il Consiglio europeo del 17-18 ottobre, ultima finestra prima della Brexit prevista, salvo proroghe, il 31.

Della telefonata tra Merkel e Johnson ha riferito una fonte del governo inglese che ha parlato con alcuni giornalisti. Non si sa il nome della persona ma nessuno né lato inglese né lato tedesco ha al momento rettificato con Berlino che, irritata, ha preferito non commentare. Secondo quanto riferito ai colleghi il problema sta tutto nell'Irlanda del Nord: secondo la cancelliera Belfast deve rimanere nell'unione doganale con gli altri 27 Stati membri, unico modo per prevenire un confine nell'isola di Irlanda. Senza questa condizione non si potrà giungere a un accordo, né ora né mai. La nuova proposta presentata lo scorso mercoledì da Londra prevede invece che l'Irlanda del Nord rispetti i regolamenti europei sia per i prodotti agroalimentari sia per quelli industriali ma esca dall'unione doganale con Bruxelles per rimanere allineata a Londra: è questo che ha convinto l'ala più antieuropea dei Tory e gli unionisti nordirlandesi del Dup ad appoggiare Johnson. La coperta però è corta e quello che piace in casa non ha il favore di Bruxelles. La fonte ha parlato ai giornalisti di momento chiarificatore molto importante affermando che se questa è la richiesta dell'Europa allora un accordo è impossibile non solo ora ma sempre, aggiungendo che la posizione di Bruxelles sta silurando gli accordi di pace in Irlanda del Nord.

Del tentativo di far ricadere sull'altra parte la responsabilità dei fallimenti dei colloqui ha parlato anche Donald Tusk: «Ciò che è a rischio non è uno stupido gioco a rimbalzarsi la responsabilità - ha twittato - ma il futuro dell'Europa e del Regno Unito». Se non ci sarà accordo tra le parti la legge Benn approvata dal Parlamento obbliga Johnson ha chiedere un'estensione. La retorica governativa ripete che ciò non accadrà senza tuttavia spiegare come intende aggirare la norma.

Ma Londra intensifica la preparazione per alleviare gli effetti di un no deal. Secondo l'Institute for Fiscal Studies il Regno Unito dovrebbe l'anno prossimo indebitarsi di ulteriori 100 miliardi di sterline per sostenere l'economia, con un debito che salirebbe al 90% del Pil, come negli anni '60. «Quanto dureranno le scorte di carta igienica?», ha chiesto ieri il deputato gallese Jonathan Edwards in un'interrogazione parlamentare.

Lo si saprà presto, mancano 22 giorni.

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