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Temperature in rialzo, si stacca una valanga Travolto un gruppo di scialpinisti: due morti

Una delle vittime scaraventata in un lago ghiacciato. Altre due persone ferite

Nadia Muratore

Pila (Aosta) È stato un assordante boato durato alcuni interminabili secondi, come un ruggito della montagna, ad annunciare la valanga caduta al Colle Chamolé, a Gressan - in provincia di Aosta - in località Pila, che ha travolto quattro persone. Tragico il bilancio: due scialpinisti sono morti, mentre altri due sono stati estratti vivi in stato di ipotermia e trasportati all'Ospedale Parini di Aosta. Le vittime sono Roberto Bucci, 28 anni di Faenza, travolto dal manto nevoso e Carlo Dall'Osso, 52 anni di Imola che è morto dopo essere stato scaraventato dalla massa nevosa in un lago ghiacciato. Per il peso e la pressione del volo, il ghiaccio si è rotto e il suo corpo è stato inghiottito dall'acqua del lago di Chamolé: per recuperarlo, i sommozzatori del Comando Vigili del Fuoco di Torino hanno lavorato per diverse ore.

Mancava poco a mezzogiorno quando al colle Chamolé, a quota 2.700 metri, si è staccata una valanga con un fronte di oltre 300 metri di larghezza per un chilometro, che in pochi secondi è rotolata a valle, travolgendo i quattro scialpinisti che facevano parte di un gruppo composto da un'altra ventina di persone, rimaste illese, tutte del Cai di Imola. La slavina ha travolto solo la parte finale del gruppo, che stava terminando l'uscita. Al momento della tragedia, la comitiva stava risalendo il costone della parete su cui si snoda il sentiero dal lago Chamolé, per poi raggiungere il rifugio Arbolle. Le ricerche del soccorso alpino valdostano - con elicotteri e unità cinofile - sono durate per ore, anche per accertare che nessun'altra persona fosse rimasta travolta dalla valanga. Il gruppo era salito in Valle d'Aosta con una scuola di scialpinismo di una sezione del Cai dell'Appennino romagnolo per un corso di perfezionamento, e avrebbe dovuto sostenere alcune prove pratiche: tra l'altro tecniche di autosoccorso, progressione in cordata, uso di piccozza e ramponi e prove di ricerca in valanga con Artva. Ma quella che doveva essere una giornata di allenamento si è trasformata in un incubo: nonostante i quattro scialpinisti travolti dalla valanga fossero esperti, non hanno avuto scampo e solo per una coincidenza fortunata - valutata in pochi metri di distanza da una persona all'altra - il bilancio non è stato ancora più tragico.

Carlo Dall'Osso era un istruttore esperto, amante della montagna fin da ragazzo e con Roberto Bucci - che lavorava come istruttore in una palestra di Faenza dopo la laurea in Scienze Motorie e in Scienze e Tecniche per l'Attività Fisica e la Salute - erano soliti trovarsi ai corsi di aggiornamento. Conoscevano molto bene i pericoli della montagna, soprattutto in un periodo come questo, quando le abbondanti nevicate seguite da giornate calde, rendono il pericolo valanga sempre in agguato.

La zona che stavano attraversando - frequentata da numerosi scialpinisti anche per la sua vicinanza alla stazione di arrivo della seggiovia di Chamolé - presenta pendii piuttosto ripidi nei pressi del passo, noti per aver caratteristiche «valangose» che si accentuano con il rialzo termico.

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