Cronache

È il tempo delle lucciole. Torna la magia infinita delle lampadine volanti

È il periodo dell'anno in cui si "esibiscono" i coleotteri, che di notte brillano per amore

È il tempo delle lucciole. Torna la magia infinita delle lampadine volanti

Se non avete aperto la bocca di fronte a quel tappeto stellato e non avete tentato di catturarne una tra le mani, per poi aprirle cercando di carpire il segreto di quella scintilla, o siete molto giovani o molto sfortunati. Quando ero bambino capitava che, dopo avere cenato e magari senza nessuna avvisaglia nei giorni prima, il pratino dietro casa fosse tutto punteggiato di minuscole scintille che si accendevano e spegnevano ritmicamente e divenivano sempre più visibili man mano che il buio della notte avanzava. Era questo il periodo, più o meno. Il mese prima erano arrivate le rondini e a maggio o giugno, a seconda della temperatura esterna, comparivano, quasi per incanto, le lucciole, questi piccoli e quasi insignificanti insetti che la natura ha però dotato di una caratteristica straordinaria, capace, ancora oggi, di stupire i ragazzini con il tablet in una mano e lo smartphone nell'altra. La bioluminescenza. Tutti quelli che le hanno viste conoscono il classico bagliore intermittente che questi piccoli insetti emettono, ma pochi sanno che ciascuna specie, e sono oltre 2mila nel mondo, emette la sua luminosità secondo modalità uniche.

La lucciola è un piccolo coleottero notturno appartenente alla famiglia dei Lampiridi, che comprende soggetti alati, come quelli che vediamo nei nostri prati e soggetti senza ali che ugualmente emettono bagliori di luce. Lunghe non più di 2 centimetri, vivono in molte parti del mondo prediligendo le aree caldo-umide di Asia, America ed Europa. La loro longevità, in natura, è stimata in un paio di mesi. Le lucciole emettono luce tramite appositi organi luminosi posti sotto l'addome. Pur non essendo ancora chiaro come facciano ad accendere e spegnere le loro «lampadine», sappiamo che nelle cellule di questi organi addominali l'ossigeno si miscela con una sostanza, chiamata luciferina, che dà origine a una luce quasi fredda con una bassissima dispersione. Le lucciole sono un po' delle lampadine volanti a ridotto consumo energetico ed emettono il massimo dell'intensità prima di accoppiarsi. I loro magici bagliori intermittenti servono dunque a cercare partner per la riproduzione e a scoraggiare eventuali predatori (pare abbiano un sapore poco gradevole), come dimostra il fatto che anche le larve sono luminescenti. Larve che si sviluppano dalle uova emesse a terra si nutrono di vermi e lumache iniettando nelle vittime un fluido paralizzante. Gli adulti evitano questo tipo di preda e si nutrono generalmente di nettare o polline, anche se alcune lucciole non mangiano mai per tutta la vita.

Purtroppo questi straordinari insetti che stupivano le nostre serate estive stanno scomparendo. Le cause? La cementificazione, i pesticidi e l'inquinamento luminoso.

Le lucciole hanno affascinato anche scrittori e artisti. Pier paolo Pasolini negli Scritti Corsari scrive il celebre «articolo delle lucciole» ove ne rimpiange, già allora, la scomparsa, facendone l'elemento centrale della trasformazione climatica e sociale dell'Italia. Sciascia, nell'Affaire Moro, si stupisce piacevolmente di trovare una lucciola, che pensava persa per sempre, nella crepa di un muro. Pare certo che Caravaggio, per alcuni suoi dipinti, abbia usato un impasto di polvere di lucciole per ottenere colori luminosi.

Piccoli insetti ormai insignificanti per l'assordante società attuale.

Una profonda nostalgia di notti magiche in campagna, per i vecchi contadini.

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