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La tentazione di Delrio: scappare con la cassa Ue

L'idea del neoministro e di Renzi è di trasferire alle Infrastrutture la gestione dei Fondi europei. Svuotando così gli Affari regionali che dovrebbero andare agli alfaniani

La tentazione di Delrio: scappare con la cassa Ue

Roma - Graziano Delrio ha preso possesso del ministero delle Infrastrutture. È arrivato a Porta Pia in bicicletta (il sito del Messaggero l'ha immortalato contromano) e con grandi ambizioni. E soprattutto l'intenzione di non separarsi da alcune competenze che seguiva a Palazzo Chigi.

Innanzitutto, la «struttura tecnica di missione» (quella che guidava Ercole Incalza, per intenderci: da ieri agli arresti domiciliari) rimarrà al ministero.

«Non solo rimarrà qua - spiega Delrio - ma qui porteremo anche le unità di missione della scuola e del dissesto idrogeologico che coordinavo a Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio - sottolinea - vuole che ci sia un unico coordinamento dei lavori pubblici qui al ministero». L'allargamento delle competenze, però, potrebbe non essere finito. Delrio e Renzi stanno accarezzando l'idea di trasferire alle Infrastrutture anche altre «unità di missione» o veri e propri dipartimenti, oggi residenti alla presidenza del Consiglio.

In particolare, avrebbero messo gli occhi sul dipartimento di Palazzo Chigi per la gestione dei Fondi strutturali europei. Od almeno, quel che ne resta dopo i continui spezzettamenti.

Si tratta di uffici che Delrio conosce bene. Da un punto di vista di organico, infatti, sono inseriti all'interno del Cipe e lui - da sottosegretario alla presidenza - aveva le deleghe sul Cipe.

I Fondi strutturali europei, peraltro, riguardano per lo più investimenti in infrastrutture. Quindi, un eventuale trasloco seguirebbe una logica. Per renderlo operativo e realizzarlo sarebbe sufficiente un decreto del presidente del Consiglio (Dpcm).

In questo modo, il risultato - per il momento solo ventilato - raggiungerebbe un duplice obiettivo: economico e politico. Concentrerebbe nelle mani di Delrio (e di Renzi) le scelte e le risorse per gli investimenti in Infrastrutture, comprese quelle europee; e svuoterebbe di contenuti un eventuale ministero per il Sud, agganciato al ministero degli Affari regionali. Che, guarda caso, sarebbe stato prospettato all'Ncd.

Va ricordato che questo dipartimento per i fondi strutturali europei è un «nomade» dell'amministrazione. Per di più, spezzettato in mille tronconi. E forse per queste ragioni l'Italia è tra i Paesi Ue che peggio utilizzano le risorse europee.

Inizialmente, era inquadrato nel ministero del Bilancio. Una volta soppresso il dicastero, il dipartimento è rimasto all'Economia (per lunghi anni Fabrizio Barca ne è stato il direttore). Poi, con Romano Prodi, che voleva concentrare sotto il suo sguardo i finanziamenti Ue, è traslocato a Palazzo Chigi ed inglobato nel Cipe. Con Berlusconi l'assetto venne confermato: tant'è che venne tolta la delega alla presidenza del Comitato - inizialmente assegnata al ministro dell'Economia - e riconsegnata nelle mani del presidente del Consiglio di turno. Per inciso, il deux ex machina del Cipe è stato per molti anni proprio Ercole Incalza; ed il suo successore presso l'Unità di missione del ministero delle Infrastrutture, Paolo Signorini, è stato a lungo il responsabile del Cipe a Palazzo Chigi. Ed a riguardo, Delrio fa capire che ha intenzione di sostituire Signorini in tempi brevi. Il nome del successore non è stato ancora individuato - spiega - ma «il presidente del Consiglio ed io stiamo valutando i curricula».

Oggi, il dipartimento dei Fondi Ue è stato spezzettato e distribuito fra Economia, Sviluppo economico e Presidenza. Ed a Palazzo Chigi è finito sotto la competenza del Cipe. E questo troncone, ora, Delrio vorrebbe che lo seguisse al ministero delle Infrastrutture.

Infine, Delrio conferma l'intenzione di lavorare a stretto contatto con Raffaele Cantone sulle grandi opere. «Lo vedrò mercoledì», annuncia.

Ed il primo argomento sarà l'Expo di Milano.

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