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Tentazione Meloni. Polo sovranista senza Lega né Fi

Un predellino sovranista: ecco la suggestione dei duri e puri di centrodestra che proprio non ne vogliono sapere di vedere rinascere un Nazareno bis

Tentazione Meloni. Polo sovranista senza Lega né Fi

Roma - Un predellino sovranista: ecco la suggestione dei duri e puri di centrodestra che proprio non ne vogliono sapere di vedere rinascere un Nazareno bis. La tentazione ce l'ha Salvini; una mezza idea ce l'ha pure la Meloni; pronti a salirci ci sono senza dubbio i fittiani. L'operazione, che avrebbe un suo perché, incontra come sempre elementi che frenano. A Salvini piacerebbe eccome ma a patto che sia lui il capo. I numeri, sulla carta, dicono che il capo del Carroccio dovrebbe avere la golden share del nuovo polo. Ma anche all'interno della Lega c'è chi, a fronte di questa mossa, arriccerebbe il naso. Sono i soliti ortodossi, i «padani», i «prima il nord» che non vogliono seppellire l'Alberto da Giussano. E infatti Salvini sta pensando, per le politiche, di partorire un nuovo simbolo dove tiene insieme capra e cavoli: ci sarà sempre un riferimento al sole della Padania ma anche il nome «Salvini premier» con il quale il leader pensa e spera di sfondare al centrosud. Obiettivo: il 20%. L'ottimismo deriva dal fatto che «noi faremo la campagna tutta incentrata sul No all'inciucio berlusconiano. Portandogli via i voti», confessa un leghista.

Stesso ragionamento che fa Giorgia Meloni, più preoccupata per quello sbarramento al 5%. «È una legge fatta contro di noi - lamentano -. Ergo le alternative sono due: o fare una battaglia identitaria, da soli; oppure ragionare a qualcosa di nuovo con tutti quelli che, a sinistra, non ci vogliono proprio andare». Ma con la Lega? Fondersi non se ne parla proprio: pena la completa sottomissione al Carroccio. Meglio colpire uniti ma marciare divisi. La Meloni soffre l'eccessiva ambizione di Salvini e nasconde la sua preoccupazione per quell'asticella al 5% giurando che «la soglia la supereremo abbondantemente anche perché tanti sindaci, amministratori, ma anche parlamentari forzisti non digeriranno la prospettiva delle larghe intese con la sinistra e verranno da noi», confessa un meloniano. In Parlamento c'è già un'anima di Forza Italia anti-nazarenica, coagulata attorno a Daniela Santanchè e che comprende il senatore Mantovani, e i deputati Romele e Squeri. Hanno già un nome: Noi Repubblicani-Popolo sovrano. Perché, quindi, non mettersi tutti insieme in una sorta di Popolo delle libertà senza Fi?

E poi c'è Fitto, ancora forte in Puglia, che sarebbe della partita: «Per noi il centrodestra è ontologicamente parlando alternativo alla sinistra - racconta Massimo Corsaro -. Siamo coerenti con noi stessi e con gli elettori. Ce ne siamo andati al primo Nazareno, figuriamoci se possiamo rivivere un Nazareno bis». Non si nega un progetto nuovo: «Con Fratelli d'Italia e Lega? Benissimo perché sono alternativi al Pd. Forza Italia? Ormai è chiaro che Berlusconi lavora per l'inciucio. Ergo, con loro no. Se poi c'è qualche azzurro che vuole seguirci... È il benvenuto».

E in molti pensano al governatore ligure Toti.

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