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Il terrore non è finito La donna del killer è sfuggita all'assedio

Hayat Boumedienne, 26 anni, ha beffato l'imponente schieramento di polizia. E la Capitale trema ancora

Il terrore non è finito La donna del killer è sfuggita all'assedio

La paura non abbandona ancora Parigi. Sono stati uccisi ieri sera i due fratelli Cherif e Said Kouachi e il loro complice Amedy Coulibaly in due raid separati delle forze speciali francesi, contemporanei ma a chilometri di distanza.

I tre hanno bloccato e piegato l'intera città di Parigi per tre giorni. La caccia all'uomo cominciata mercoledì mattina con la strage alla redazione di Charlie Hebdo , dove sono stati massacrati dieci giornalisti e due poliziotti, potrebbe però non essere finita nella capitale francese: una quarta persona, una donna, è ancora ricercata e poco si conosce sulle sue sorti.

In serata, tra l'emergere di nuovi dettagli sull'operazione delle teste di cuoio, non si avevano ancora notizie certe su dove fosse la quarta persona ricercata durante la tragica giornata di ieri, in una Parigi che sembrava in guerra, tra esplosioni, colpi di arma da fuoco, check-point della polizia, strade deserte, scuole blindate.

Il presidente francese François Hollande ieri ha parlato per la seconda volta in poche ore alla nazione: ha ricordato che la Francia deve rimanere vigile, che restano le minacce. Hayat Boumedienne, la compagna 26enne di Amedy Coulibaly, 33 anni, l'uomo che armato di kalashnikov si è asserragliato ieri verso le 13 assieme a diversi ostaggi in un supermercato kosher prima di essere ucciso, diverse ore dopo, dalle forze speciali, sarebbe fuggita confondendosi tra gli ostaggi, hanno scritto i giornali francesi. Secondo altri media locali, invece, non sarebbe mai stata in quell'alimentari della Porte de Vincennes.

Durante la giornata, le fotografie segnaletiche della giovane e del compagno Coulibaly sono state rese pubbliche dalla polizia. Hayat, capelli neri e viso rotondo, ha lo sguardo giovane, l'aria scarmigliata. I due sarebbero legati alla sparatoria di giovedì a Montrogue, dove è stata uccisa una poliziotta 27enne, Clarissa Jean Philippe. Ed è stato confermato ieri il legame diretto tra Coulibaly e i fratelli Koauchi.

Il giovane infatti conosceva il minore, Cherif. I due si sarebbero incontrati tra il 2005 e il 2006 nel carcere di Fleury-Mérogis, nel Sud di Parigi, mentre scontavano pene legate per entrambi al coinvolgimento con gruppi islamisti. Cherif era in galera perché legato a un gruppo che reclutava uomini per andare a combattere tra le fila di gruppi islamisti nell'Irak dell'invasione americana.

Amedy era stato arrestato per aver preso parte al tentativo di evasione di Smain Ait-Belkacem, membro del GIA, Gruppo islamico armato, organizzazione formata nel 1991 in Algeria dopo la vittoria degli islamisti alle urne non riconosciuta da militari e governo. L'uomo è stato condannato all'ergastolo per l'attentato del 1995 alla stazione RER di Musée D'Orsay a Parigi in cui rimasero ferite 30 persone.

La giovane Hayat, che secondo le ultime ricostruzioni sarebbe ancora in fuga e non è chiaro se sia armata, è la compagna di Amedy Coulibaly dal 2010.

L'anno scorso, lo ha aspettato fuori dal carcere il giorno della sua uscita di prigione.

Secondo l'Independent sarebbe stata addestrata in un campo jihadista in una remota regione montagnosa della Francia centrale, nel Dipartimento del Cantal.

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