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Terrorismo e Jihad, il governo si contraddice

Se ieri il ministro degli Esteri ammetteva il rischio infiltrati, oggi Alfano ridimensiona tutto: "Non c'è nessuna traccia". SOSTIENI IL REPORTAGE

Terrorismo e Jihad, il governo si contraddice

Confusione al governo. Un ministro dice una cosa, un altro ne dice un'altra. I protagonisti di questa querelle sono il titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni, e quello del Viminale, Angelino Alfano. Il pomo della discorsia è il terrorismo e il rischio infiltrazioni tra gli immigrati. Succede che ieri, da Londra, il ministro degli Esteri ammette che "l’Italia è a rischio infiltrazioni da parte del terrorismo jihadista, essendo un potenziale obiettivo per il richiamo dei simboli della cristianità". E poi ha precisa "Confondere terrorismo e immigrazione, oltre che un regalo al terrorismo, è un’idiozia, il che non esclude che nella situazione odierna non ci possano essere rischi, sui quali per fortuna vigilano i nostri servizi di intelligence e gli apparati di sicurezza". Gentiloni ha aggiunto che il governo valuterà la possibilità di una legge sui viaggi ai rischio "se ci saranno proposte".

Oggi invece Angelino Alfano dice una cosa differente e ridimensiona l'allarme: "Ripeto quello che ho sempre detto e che non è smentibile: nessuno può escludere infiltrazioni di terroristi tra gli immigrati ma fino a questo momento non ci sono tracce".

Il ministro dell’Interno poi ha aggiunto che "la vigilanza è altissima" e che "la nostra intelligence e le procure lavorano al massimo su questo fronte".

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