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Terrorismo, Renzi non cede: ​"È inutile chiudere le frontiere"

Italiani sempre più terrorizzati dai jihadisti: "Il governo incapace di fronteggiare eventuali attacchi". Renzi bocciato. Sostieni il reportage

Terrorismo, Renzi non cede: ​"È inutile chiudere le frontiere"

Sette italiani su dieci non dormono sonni tranquilli. Temono un attentato di matrice islamica. Dopo il sanguinario attacco terroristico al Museo del Bardo, l'Italia si scopre indifesa. Il governo non sta facendo abbastanza per garantire la sicurezza e prevenire il fanatismo. "Siamo di fronte ad una minaccia globale", ammette il premier Matteo Renzi sbarrando, tuttavia, la proposta avanzata da Matteo Salvini di chiudere le frontiere. "Questa gente - ha detto il premier al termine del vertice Ue - ignora che questa vicenda è accaduta fuori dalle nostre frontiere".

Secondo un sondaggio Ixè, realizzato in esclusiva per Agorà dopo la strage di Tunisi, il 64% degli italiani teme attentati nel nostro Paese. Il 67%, inoltre, è convinto che l’Italia non sia in grado di fronteggiare un eventuale attacco. Per il 66% degli italiani la comunità islamica non fa abbastanza per isolare estremisti e terroristi. "La percentuale di chi non si fida del mondo islamico è molto elevata - sottolinea il presidente Ixè, Roberto Weber - la strage di Tunisi e, solo due mesi fa, l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo sicuramente hanno influenzato il giudizio di molti". Per prevenire gli attentati, il governo non sta facendo grandi cose: se da una parte vara misure eccezionali per pattugliare il Mare Mediterraneo, dall'altra non muove un dito sui rischi interni. Un lassismo allarmante se si considera sia la situazione internazionale sia la portata degli eventi che l'Italia si appresta a ospitare. "La strage di Tunisi è un atto di guerra - ha tuonato Matteo Salvini - e agli atti di guerra non si risponde porgendo l'altra guancia". E al governo Renzi il leader della Lega Nord ha chiesto di "sospendere subito partenze e sbarchi, ridiscutere Schengen" e "portare al tavolo delle discussioni la Russia che deve essere un alleato contro il terrorismo islamico e non un nemico da sanzionare". Proposte che il premier ha rerspinto al mittente senza nemmeno prenderle in considerazione.

A livello internazionale l'Unione europea guarda alla Libia che condivide un tratto di frontiera con la Tunisia ed è precipitata nel caos. Il governo tunisino ha reso noto che i due terroristi che hanno sparato al museo del Bardo erano stati addestrati in alcuni dei campi per tunisini "allestiti in Libia a Sabratam, Bengasi o Derna". L’inviato dell’Onu, Bernardino Leon, ha confermato l’esistenza in Libia di "campi di addestramento che vengono utilizzati per attacchi contro altri Paesi della regione". Aprendo una nuova fase di negoziati per il dialogo in Libia a Sjirat, vicino alla capitale marocchina di Rabat, Leon ha spiegato che già "da alcune settimane" era stata segnalata l’esistenza di questo tipo di campi per jihadisti stranieri. Leon tuttavia ha aggiunto di non avere alcuna "informazione concreta" che colleghi i campi in Libia alla strage al museo del Bardo.

Al di là delle parole e dei buoni propositi, però, né la comunità internazionale né il governo italiano stanno muovendo un dito.

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