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Terroristi rifugiati in Francia Parigi frena ma Salvini insiste

Il governo di Macron: nessuna richiesta di estradizione dall'Italia. Il vicepremier: «Le stiamo perfezionando»

Terroristi rifugiati in Francia Parigi frena ma Salvini insiste

Si fanno sempre più tesi i rapporti tra Roma e Parigi. Dopo l'attacco del vicepremier Luigi Di Maio alla politica coloniale della Francia in Africa, nello scontro tra i due Paesi si inserisce una disputa sui terroristi italiani ancora latitanti Oltralpe, protetti dalla cosiddetta «dottrina Mitterand» che ha tutelato per anni i condannati in Italia per reati politici commessi durante il periodo del terrorismo.

L'arresto di Cesare Battisti ha riaperto una vecchia ferita e ora, sulla scia dell'entusiasmo per il successo dell'operazione che ha riportato in Italia l'ex membro dei Pac, il governo vuole assicurare alla giustizia chi si è dato alla fuga senza pagare per i reati commessi tra gli anni Settanta e Ottanta e, su impulso di Matteo Salvini, è pronto a passi ufficiali per chiedere la collaborazione dei Paesi che stanno ospitando i latitanti, a partire da Parigi. Il ministro dell'Interno ha preparato un dossier con i nomi dei 30 terroristi in circolazione, di destra e sinistra, 14 dei quali si trovano appunto in Francia. Il dialogo tra i due Paesi, però, non sembra essere partito con il piede giusto. La ministra della Giustizia francese, Nicole Belloubet, pur ritenendo «possibile» la presenza in Francia di 14 italiani ricercati per terrorismo, sostiene che Parigi «non ha ancora ricevuto richieste di estradizione». Una versione immediatamente smentita dal dicastero di via Arenula, che al contrario garantisce di aver trasmesso richieste di estradizione per tutti i latitanti localizzati nel Paese. «Già nella seconda metà degli anni Ottanta - precisa il ministero della Giustizia - l'Italia ha presentato numerose domande di estradizione, su cui le autorità francesi non si sono mai pronunciate. Richieste che sono state reiterate nell'ottobre del 2002, corredate da copiosa documentazione, e che risultano tuttora pendenti».

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha sollecitato il presidente Macron «a dare un segnale di buona volontà» sui terroristi italiani che vivono in Francia da anni e si è detto disponibile ad andare a Parigi per incontrarlo. Riferendosi alle parole del presidente brasiliano Bolsonaro («Il Brasile non sarà mai più un rifugio di criminali e di banditi sotto la copertura di rifugiati politici»), il vicepremier ha detto che l'Italia si aspetta un'identica dichiarazione da parte di Macron. «Verificheremo la disponibilità al dialogo del governo e delle autorità francesi», ha aggiunto, confermando che le richieste di estradizione ci sono. «Abbiamo ultimato un elenco di terroristi condannati all'ergastolo che da decenni vivono all'estero. Per alcuni ci sono già richieste di estradizione vecchie di oltre 20 anni che vanno perfezionate. Ci stiamo lavorando con il ministero della Giustizia».

In Francia abita Giorgio Pietrostefani, fondatore di Lotta continua condannato per l'omicidio Calabresi e brigatisti come Sergio Tornaghi, che deve scontare l'ergastolo per l'omicidio del maresciallo Francesco Di Cataldo, Simonetta Giorgieri, Enrico Villimburgo e Marina Petrella, coinvolti nel sequestro Moro.

Il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha spiegato che al ministero sono impegnati «h24 su questo fronte»: «È necessario assicurare alla giustizia chi si è sottratto ad essa per molto tempo, dopo aver commesso reati molto gravi».

La collega francese Belloubet ha garantito che si occuperà della questione con estrema attenzione: «C'è una dimensione politica legittima che discuterò con il mio omologo italiano».

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