Cronache

Dal tessile all'auto: il made in Italy va ancora forte a Nuova Delhi

«Business is business». Una delle regole d'oro del mondo degli affari sembra continuare a valere per Italia e India. Fatta eccezione per il caso Finmeccanica, e nonostante il braccio di ferro legato al caso dei Marò, i rapporti commerciali tra i due Paesi rallentano, ma restano importanti. Secondo una nota recentemente diffusa dall'Ufficio dell'Ice-Agenzia di New Delhi, nell'anno fiscale 2014-15 l'interscambio commerciale italo-indiano si è attestato a 7,3 miliardi (+2,2% sul 2014), con un valore dell'export italiano in crescita a 3,3 miliardi (+10,4%) e delle importazioni dall'India in calo a 4 miliardi (-3,8%). Certo, il conto finale ha il segno meno con un saldo negativo che sfiora i 700 milioni. Ma gli interessi tra i due Paesi (che hanno avuto un picco nel 2010 con un interscambio che ha toccato quota 8,5 miliardi) sono ancora tanti: Roma è il ventisettesimo partner commerciale di Nuova Delhi, e il quinto a livello europeo dopo Germania, Belgio, Regno Unito e Francia.

A guidare le esportazioni italiane troviamo macchinari e beni strumentali che rappresentano il 40% delle vendite italiane in India, mentre il tessile-abbigliamento/accessori pelle pesa per il 25%. Tra gli altri comparti di punta del nostro export troviamo invece componenti e accessori per autoveicoli, motoristica, prodotti chimici e materie plastiche e gomma. Il comparto luxury, inoltre, vanta in India un volume d'affari che si aggira intorno ai 13,5 miliardi e l'Italia detiene una quota di mercato del 4,3%, mentre nell'occhialeria si arriva a punte del 18%. Va poi segnalata la dinamica che interessa design, arredamento, sistema casa e moda, il cui volume d'affari nel Paese è cresciuto notevolmente, passando da 189 milioni nel 2012-13 a 279 milioni del 2014-15. Nel complesso le imprese nostrane che investono in India sono circa 400. E tra queste spiccano i nomi noti dell'imprenditoria italiana: De Benedetti (con Sogefi), Bombassei (Brembo), Colaninno (Piaggio), Agnelli (con Fiat e Ferrari). E tanti brand del made in Italy come Maserati, Ferrero, Italferr, Mv Agusta, Ducati, Benelli, Carraro, Stm, Salini Impregilo, Prysmian, Luxottica, Danieli. Quanto al segmento finanziario, oltre alle Generali, sono presenti in India con uffici di rappresentanza una dozzina di banche. Particolarmente attente al mercato indiano sono le aziende del settore della difesa: (Finmeccanica a parte), Beretta e Fincantieri. E non mancano gli interessi energetici con Eni ed Enel (business green).

Sono, infine, operative in India numerose case italiane del design d'interni, moda e segmento lusso (Artemide, Natuzzi, Zegna, Armani, Cavalli, Damiani), se pure con un numero di punti vendita ancora limitato.

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