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Dalla testata alla sberla L'ex ministro come Spada

Dalla testata alla sberla L'ex ministro come Spada

Un altro sonoro schiaffone a un giornalista. Certo, non è paragonabile al caso di Ostia dove la violenza di Roberto Spada, che ha spaccato il setto nasale a un cronista, era stata una manifestazione di potere e di presunta intoccabilità. Qui si tratta di un ex ministro, uno che ai confronti serrati e alle provocazioni dovrebbe essere avvezzo. Eppure, Mario Landolfi ha perso completamente il controllo. Lui, uomo di 58 anni ed ex parlamentare di An, con un viso giocondo più propenso al sorriso che a un atto di sterile violenza, non è stato capace di domare un basso istinto. E così, dopo una sequela di domande da parte di Danilo Lupo, inviato di «Non è l'Arena», il programma di La7 condotto da Massimo Giletti, ha rifilato al giornalista una potente sberla al volto. Lo sappiamo bene, a volte i cronisti diventano zanzare fastidiose e le reazioni scomposte dei politici sono linfa per l'audience televisiva. Ma fanno il loro mestiere e porre domande e cercare risposte è quello che li caratterizza. Che cosa avrà mai scatenato la reazione scomposta e violenta di Landolfi? Un tema sempre caldo, che indigna i cittadini e preoccupa i rappresentanti politici: i vitalizi. La sola remota possibilità che vengano rivisti ha gettato nel panico una nutrita schiera di parlamentari e soprattutto di ex. Già il ridimensionamento dell'assegno li terrorizza, figurarsi dover difendere pubblicamente un privilegio che la povera gente non può comprendere né tantomeno accettare. E così assistiamo di frequente a reazioni scomposte, fughe, improperi, silenzi omertosi. Ma episodi di violenza mai. È stata la prima volta, almeno per quanto riguarda i vitalizi. Intimidazioni e atti violenti in verità ce ne sono stati. Come dimenticare il tafferuglio fra l'ex premier Massimo D'Alema e l'inviato di Striscia la Notizia Stefano Salvi che lo incalzava nel periodo di Affittopoli. Baffino pagava circa un milione al mese di vecchie lire un appartamento di 146 mq nel centro di Roma. Gli italiani allora erano indignati, come lo sono oggi per esser costretti andare in pensione a 67 anni con un assegno che li costringe a tirare la cinghia e vedere i loro rappresentanti in Parlamento che con una manciata di anni si godono un vitalizio. Brucia ai politici che la gente sappia.

Ma se pensano che una sberla porti l'oblio si sbagliano di grosso.

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