Cronache

Thailandia, italiano fatto a pezzi: è caccia alla ex

Le aveva scritto: "Vuoi solo i miei soldi". La donna, asiatica, è fuggita con l'amante francese

Thailandia, italiano fatto a pezzi: è caccia alla ex

Godersi la pensione lontano dal freddo della Valtellina, in un paese da sogno: Giuseppe De Stefani era ancora giovane - sessantadue anni compiuti da poco - e in Thailandia era sbarcato come molti altri italiani, attratto dal mix tra ambiente, costo della vita, e bellezze del posto. Non era certo un turista sessuale: di una ragazza thailandese si era innamorato, e l'aveva presa come moglie. E ora proprio la bella e giovane compagna di De Stefani è accusata di averlo ammazzato brutalmente insieme al proprio amante, e di averne fatto a pezzi il corpo prima di provare a farlo sparire.

Ma i resti del corpo, nei giorni scorsi, riaffiora: è dalle parti di Phichit, una zona agricola nel nord del paese, trecento chilometri a nord di Bangkok: siamo nel cuore della Thailandia contadina, lontano dalle rutilanti località della costa meridionale e della penisola malese dove è concentrata buona parte della colonia italiana. Il corpo smembrato viene ritrovato per caso, in un bosco. La polizia del posto fatica non poco a dare un nome allo sfortunato proprietario dei resti. Alla fine, un tatuaggio sulla gamba e la testimonianza di un conoscente hanno dato la certezza: è Giuseppe De Stefani.

Le indagini hanno preso quasi subito la strada dei rapporti familiari, perché il trattamento barbaro riservato al corpo poco si prestava a una ipotesi di omicidio occasionale, allo scenario di una rapina finita male. E così la polizia è andata a bussare alla porta della giovane signora thailandese che De Stefani aveva sposato, e da cui si era recentemente separato: Rujira Eiumlamai, 38 anni. Qui, nell'abitazione, saltano fuori il passaporto di De Stefani e soprattutto inequivocabili chiazze di sangue. E poi, una lettera di De Stefani: «Hai detto che mi hai amato solo perché volevi i soldi. Non ho mai conosciuto nessuno più cattivo di te». La caccia parte immediatamente, e nel mirino insieme a Rujira finisce anche il suo nuovo compagno, un francese di nome Maurice, ma secondo altre fonti Amaury Rigaux, un tizio già inserito dal governo di Bangkok in una black list e espulso dal paese e rientrato dal Laos, che tempo fa De Stefani avrebbe aggredito durante una lite. I media locali divulgano anche modello e targa della auto su cui la coppia è in fuga, una Toyota Yaris con targa di Samut Songkhram, non lontano dalla famosa Pattaya. Ma fino a ieri sera di Maurice-Amaury e Rujira non c'è traccia.

E intanto si cerca di dare un movente, una spiegazione al delitto: ammesso che ad uccidere De Stefani, a farlo a pezzi e poi a cercare di dare fuoco ai resti nel bosco, siano stati davvero i due fuggiaschi. L'ipotesi degli inquirenti è che la donna avanzasse pretese su una somma di denaro, relativa al periodo in cui era stata la moglie dell'italiano. Ma si scava inevitabilmente anche sugli affari e gli interessi che la vittima aveva in Thailandia.

De Stefani era di Chiavenna, in provincia di Sondrio, esi era trasferito in Thailandia dopo essere rimasto vedovo, anche per stare vicino al figlio, da tempo emigrato nel Paese.

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