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Il tifo di Sumaya per Quartapelle Così sosteneva la candidata Pd

Sulla candidatura della Quartapelle c'è la presa di posizione di Sumaya in suo favore con una serie di post sulla propria bacheca

Il tifo di Sumaya per Quartapelle Così sosteneva la candidata Pd

Nemmeno ventiquattrore fa veniva segnalato un post in favore della Fratellanza Musulmana, pubblicato nel 2012 da Lia Quartapelle sul proprio sito. Il titolo è più che eloquente: “Siamo tutti Fratelli Musulmani”, post rimosso tempo dopo. Nel post la Quartapelle prendeva le difese dei Fratelli Musulmani egiziani, tirando in ballo persino gli estremisti algerini del FIS e i palestinesi di Hamas, come legittimi vincitori di elezioni democratiche.

Lia Quartapelle è oggi candidata del PD al collegio uninominale Milano 2 città-est e a suonare la gran cassa per lei c’è la consigliera comunale Sumaya Abdel Qader, eletta col PD nel 2016 durante una campagna elettorale senza esclusione di colpi; erano infatti emersi alcuni aspetti inquietanti, come i post pubblicati dalla madre di Sumaya in favore di Hamas e del jihad contro Israele o la foto che ritraeva suo padre, imam a Perugia, mentre stringeva la mano di Mohamed Morsi (ex presidente egiziano legato ai Fratelli Musulmani, condannato e attualmente in carcere con le accuse di danneggiamento e incendio al carcere dal quale evase, omicidio, tentato omicidio, saccheggio del deposito di armi del carcere, liberazione di prigionieri e alto tradimento), foto poi sparita dal profilo. Sumaya aveva giustamente affermato di essere “per il superamento dei conflitti senza l’uso della violenza, per la convivenza pacifica tra i due popoli e per l'abbandono delle armi, dell'odio e della rabbia”, ma non aveva fornito posizioni chiare su Hamas.

Tornando alla candidatura della Quartapelle, è interessante la presa di posizione di Sumaya in suo favore con una serie di post sulla propria bacheca, due dei quali pubblicati a un’ora di distanza l’una dall’altra. In uno dei post è presente anche un “Buona fortuna Lia” da parte della suocera di Sumaya, Souheir Katkhouda, presidente dell’Associazione Donne Musulmane d’Italia e anche lei con alle spalle post controversi in favore di Erdogan e del jihad palestinese. Del resto nella primavera 2016, durante la campagna elettorale per la candidatura di Sumaya fu la Quartapelle a sostenerla, con tanto di incontro organizzato in via Plinio 1 al quale partecipò anche Imen Ben Mohammed, parlamentare italo-tunisina del partito Ennahda, ideologicamente legato ai Fratelli Musulmani, come indicato in una presentazione dell’evento (pubblicato anche sul profilo “Lia Qtl”: “Cari, vi segnalo due appuntamenti, venerdì alle 18:30 in via Plinio 1 facciamo un incontro elettorale con Imen Ben Mohammed (deputata tunisina nata e cresciuta in Italia) e Sumaya Abdel Qader, in sostegno di Sumaya. Credo che la partecipazione di Sumaya, ragazza di seconda generazione, musulmana, in questi giorni oggetto di attacchi molto pesanti e calunniosi del centrodestra sia estremamente interessante per tutte le questioni che solleva su integrazione, Islam, seconde generazioni, politica interna che diventa estera. Volevo segnalarvelo”. Chissà cosa si intendeva con quel “politica interna che diventa estera”? In conclusione, è lecito sollevare la questione del supporto nei confronti della Quartapelle da parte di quell’ambiente legato all’Islam politico che lei stessa del resto citava, invocando un “confronto con le forme di partecipazione politica che la democrazia assume anche in contesti diversi da quelli occidentali. A partire dalle forze dell’Islam politico”. La “forma di democrazia” assunta dai partiti legati alla Fratellanza in quei “contesti diversi da quelli occidentali” si è rivelata a dir poco disastrosa. Morsi ed Erdogan, entrambi “democraticamente eletti”, nella prassi hanno mostrato di essere ben lontani dai principi democratici, come del resto Hamas che dopo aver vinto le elezioni nel 2006 ha fatto piazza pulita dell’opposizione a Gaza e non ha più indetto elezioni.

La Quartapelle nel post sosteneva che “oggi nel mondo sostiene la democrazia non può che sostenere i Fratelli musulmani”. Chissà se la pensa ancora così?

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