Politica

Il timore degli avvocati: Galan in cella tre mesi. La rabbia della moglie

L'onorevole detenuto nell'infermeria del carcere di Opera, domani l'interrogatorio. Lo sfogo per i video in corsia: "Mancanza di rispetto verso un malato"

Il timore degli avvocati: Galan in cella tre mesi. La rabbia della moglie

Il carcere era l'ipotesi peggiore ma non quella ritenuta più probabile, anche se gli avvocati di Galan continuavano a prospettarlo, forse più per scaramanzia. Invece il quadro peggiore si è avverato, e qualche ora dopo il via libera della Camera è arrivata la notifica della custodia cautelare in carcere, e poco dopo l'auto della polizia penitenziaria, più altre in borghese, per scortarlo in ambulanza dalla sua villa a Padova fino al carcere di Opera. A questo punto le ipotesi peggiori diventano più credibili, e il timore dei famigliari e dei legali è che la detenzione di Giancarlo Galan possa durare a lungo. Il limite massimo di custodia cautelare previsto per il reato contestato a Galan è tre mesi. Il fatto che il deputato sia malato (frattura di tibia e perone, embolo e tromboflebite) non sarebbe un problema, visto che il carcere scelto per la detenzione, Opera, è dotato di una struttura clinica che è in grado di seguire la convalescenza. Dunque, nulla osta, almeno dal punto di vista medico, ad un periodo di galera preventiva abbastanza lungo. Dal punto di vista legale, invece, la parola spetta al Tribunale del riesame, a cui il pool difensivo dell'ex ministro ha fatto istanza di scarcerazione. Il Riesame ha tempo una settimana per decidere. Nel frattempo Galan, detenuto in una stanza del «Centro clinico carcerario» di Opera, verrà interrogato domani dal gip di Milano Cristina Di Censo.

La cartella clinica di Galan all'ospedale di Este è stata sequestrata dalla Gdf su ordine della Procura di Venezia, forse per capire come mai dopo una prognosi iniziale di 45 giorni Galan sia stato improvvisamente dimesso, proprio mentre la Camera votava il sì al suo arresto. «Nessun mistero - spiega il direttore medico Enrico Agnoletto - il paziente è stato dimesso quando si è avuta conferma che il quadro degli esami e quello clinico si erano stabilizzati, e poteva andare a domicilio». Di più, poteva andare anche alla Camera, dice il procuratore di Venezia, Carlo Nordio, in un'intervista a Radio Radicale, dove il magistrato entra anche nel merito della discussione politica avvenuta alla Camera. «Una vicenda abbastanza paradossale perché si è discusso sul nulla» dice Nordio riferendosi al possibile rinvio per malattia discusso alla Camera. «La patologia (di Galan, ndr ) era perfettamente compatibile con un trasporto in Parlamento per difendersi. Le fotografie del diretto interessato con un piccolo gesso hanno fatto il giro d'Italia e ricordiamo che in Parlamento più di una volta sono andati parlamentari con l'ossigeno o in barella». Insomma una sceneggiata, secondo il titolare dell'inchiesta Mose. Proprio quelle foto (e il videoagguato nella corsia dell'ospedale) hanno invece fatto infuriare Sandra Persegato, la moglie di Galan, triste e offesa per la «mancanza di rispetto verso un uomo malato».

Che, per regolamento, resta presidente di Commissione, e riceve regolarmente l'indennità, «privilegi» che il M5S chiede di eliminare immediatamente. È vero, tuttavia, che la Camera corrisponde lo stipendio, ma Galan non lo riceve, perché tutti i suoi conti (e quelli della moglie) sono stati sequestrati.

Tutte le spese, già dal 4 giugno, sono sostenute dal fratello e da amici di famiglia.

 

Commenti