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Toghe in politica, giro di vite del Csm: vietato candidarsi dove indagano

Roma Regole più severe per le toghe che fanno politica. Il Csm chiede una legge e indirizza al ministro della Giustizia Orlando una «proposta» formale, approvata dal plenum con la sola astensione del laico di centrosinistra Fanfani, che chiedeva «più coraggio».

Regole che mettano fine a storie come quella di De Magistris in Campania, di Ingroia in Sicilia, di Emiliano in Puglia, ma anche di Sabella a Roma e di tanti altri. «Commistioni improprie», per Palazzo de' Marescialli, con il rischio che la lunga «militanza» politica di alcune toghe possa mettere in discussione l'autonomia e indipendenza della magistratura.

Per il vicepresidente Legnini, «dopo 70 anni il Csm dice una parola chiara al legislatore su questa controversa materia, sulla quale c'è stato il massimo della polemica ed il minimo dell'intervento». E aggiunge: «È un'indicazione netta, equilibrata e ragionevole, ora il legislatore deciderà cosa fare». Legnini, subito dopo il plenum, informa il presidente della Repubblica, che guida anche il Csm e il Guardasigilli, per sottolineare l'importanza della delibera. Presentata all'assemblea dalla Sesta Commissione, relatore il togato di Area Morosini, prevede il divieto di svolgere in contemporanea, senza essere in aspettativa, funzioni politiche e giurisdizionali. Per fare il sindaco o il consigliere, dunque, non dovrebbe bastare cambiare Regione.

Si propone, poi, un lasso di tempo più esteso (rispetto ai sei mesi attuali) tra lo svolgimento dei due ruoli, sia in governi locali che nazionali. Per il Csm servono «cautele temporali più robuste» nei confronti degli assessori «esterni», che arrivano all'incarico per chiamata diretta del leader locale, in modo da evitare dubbi di legami tra l'attività giudiziaria e la nomina.

Per chi decide di tornare alla toga dopo un'esperienza in politica, Palazzo de' Marescialli aveva già richiesto nelle circolari il cambio di regione e di funzione, ma ora propone al Parlamento di «impedire» ai magistrati di candidarsi a livello locale nello stesso territorio nel quale hanno lavorato negli uffici giudiziari e di «imporre» alle toghe che hanno fatto i politici a lungo il rientro allo stesso livello in altri comparti della Pubblica amministrazione, come l'Avvocatura dello Stato o la dirigenza pubblica, con trattamenti e mansioni paragonabili.

Un emendamento dei laici di centrosinistra è stato trasformato in una richiesta di apertura pratica per approfondire il margine d'intervento del Csm, a prescindere dal legislatore.

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