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Toninelli e la Grillo nei guai: i due ministri traballano

La Lega vuole commissariare il grillino ai Trasporti. E la titolare della Salute è ai ferri corti con i medici

Toninelli e la Grillo nei guai: i due ministri traballano

Il governo gialloverde perde la fiducia degli italiani: sei su dieci lo bocciano. Cala anche il consenso nei confronti dei singoli ministri. Però c'è chi se la cava, chi va male e anche chi va malissimo. Non è una sorpresa scoprire che rispetto al gradimento degli italiani il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli e quello della Salute, Giulia Grillo, in termini assoluti siano quelli che perdono più punti in percentuale rispetto al luglio scorso: 18 Toninelli e 14 la Grillo come riporta la rilevazione di Nando Pagnoncelli per il Corriere della sera.

Entrambi sono stati molto visibili, molto più esposti rispetto ad altri membri del governo il primo soprattutto per la questione Tav e la seconda per la polemica sull'obbligo vaccinale. Tanta visibilità avrebbe potuto essere l'occasione per guadagnare consenso e credibilità ma evidentemente entrambi se la sono giocata male. L'ineffabile Toninelli ha accumulato una sconcertante serie di scivoloni che lo hanno reso protagonista assoluto dei meme che impazzano sul web. Ma è sulla Tav che Toninelli ha dato il meglio di sé. Tanto per citare una gaffe dopo mesi e mesi di attesa per la famosa analisi costi benefici quando finalmente il documento è stato pubblicato sul sito del ministero è stato necessario rettificarlo subito dopo perché conteneva «un errore materiale macroscopico». Voci insistenti su sue possibili dimissioni qualche settimana fa sono state smentite. Ma ora il sottosegretario al ministero dei Trasporti, il leghista Armando Siri, ha esplicitamente detto che è necessario commissariare il settore Infrastrutture a partire dal dossier Tav. Insomma Matteo Salvini è disposto a lasciare Toninelli sulla sua poltrona ma legandogli le mani attraverso un commissario di sua fiducia.

La Grillo ha gestito malissimo il dossier vaccini creando molta confusione. Appena insediata al ministero con un decreto ha fatto slittare l'obbligo d consegna della certificazione dell'avvenuta profilassi per la frequenza scolastica fissato per luglio 2018 allo scorso 11 marzo, dando così l'impressione di voler strizzare l'occhio ai no vax che sono elettori dei Cinquestelle. M5s infatti ha presentato un ddl sui vaccini, ora in discussione in Parlamento, che apre al cosiddetto obbligo flessibile, cancellando le restrizioni sull'accesso a nidi ed asili se non si è vaccinati. Scelte criticate comunque dai pro vax perché troppo deboli sull'obbligo e dai no vax che al contrario vogliono l'abolizione dell'obbligo. Insomma la Grillo ha scontentato i due fronti. Il ministro che è un medico poi non ha un buon rapporto con i suoi colleghi che non hanno gradito le sue dichiarazioni sull'intramoenia e sugli organici. Per la Grillo infatti le lunghe liste d'attesa non dipenderebbero dalla mancanza di personale ma dal fatto che alcuni medici ospedalieri esercitano in intramoenia. Una mossa respinta con decisione dalla categoria. Gli ospedalieri di Anaao Assomed hanno ricordato alla ministra i «tagli lineari che hanno svuotato le corsie: 10.000 medici e 50.000 infermieri negli ultimi 10 anni, oltre a 70.000 posti letto». Non solo. Grazie a Quota 100 si prevede un esodo di 40.000 operatori sanitari che metterà a rischio la tenuta del sistema. Ora la Grillo corre ai ripari e promette di «trovare una soluzione al blocco delle assunzioni nella sanità in tutto il Paese».

Peccato che in febbraio l'Ufficio parlamentare di bilancio abbia certificato che per la tenuta dei conti la spesa «aggredibile» è quella del comparto sanitario che andrà «incontro a forti riduzioni».

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