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Toninelli gioca coi Giochi: "Torino corra da sola"

Il ministro delle Infrastrutture va contro la Lega e tende una mano alla Appendino: è la scelta giusta

Toninelli gioca coi Giochi: "Torino corra da sola"

Roma - Una mano tesa al sindaco Appendino, compagna di partito e vittima di scontri interni al Movimento Cinque stelle. Un'ipotesi che va in rotta di collisione con il sottosegretario Giorgetti, alleato (?) di governo. Nella confusione che regna sovrana sulla corsa dell'Italia per i Giochi invernali del 2026, spunta anche la voce del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: «Resto dell'idea che quella di Torino sia la scelta migliore sotto tutti i punti di vista, economico e strutturale, vista l'esperienza delle altre Olimpiadi e che l'idea di tre città sia quantomeno caotica e difficilmente, oltre che la più costosa».

Sì a Torino, dunque, ma senza fondi pubblici. «Sono d'accordo con il vicepremier Di Maio quando dice che lo Stato non deve mettere soldi sulle Olimpiadi, più giusto utilizzarli per rendere sicuri ponti, strade, viadotti e gallerie», ha detto ancora Toninelli. Concetto che rafforza quanto dichiarato dalla Appendino dopo l'esclusione di Torino e l'inizio della corsa, per ora solo approvata dal Cio e dal vicepremier Salvini oltre che dal Coni, di Milano e Cortina: «La scelta naturale era Torino ma non ci siamo tirati indietro sulla possibilità di condividere con altri. Oggi prendiamo atto che non ci sono le condizioni per presentare questa candidatura multipla e che il governo non è disponibile ad assumersi gli oneri finanziari di altre candidature, che siano a una o due città». Uno scetticismo in contrasto con la riapertura del tavolo tentata da Giorgetti, alla ricerca della «terza gamba» perduta. A condizione, naturalmente, di accettare la bozza di protocollo inviata dal governo sulla candidatura unitaria. «Ma nessuna sembra intenzionata a farlo, quindi la vicenda è chiusa», così ieri il sottosegretario leghista sul palco di Atreju 2018.

Le due anime dell'esecutivo continuano a non essere in sintonia sull'argomento Giochi. «So che la Lega fa ragionamenti diversi, faremo un Consiglio dei ministri appena sarà utile e troveremo una soluzione condivisa come per tutte le altre questioni», ha concluso Toninelli. Ma il corto circuito è totale. Malagò annuncia che l'ipotesi a due è in campo, ma «va verificata» e comunque si potrà arrivare alla sessione Cio di Buenos Aires di ottobre (momento dell'ufficializzazione delle candidature) senza uno schema rigido e inviolabile, visto che le garanzie economiche andranno presentate entro l'11 gennaio 2019, il primo step posto al Comitato olimpico internazionale dopo l'ok alla corsa. Giorgetti sarebbe l'uomo più felice se potesse di nuovo riunire le tre città. Torino chiede chiarezza su chi metterà i soldi per l'evento in assenza di fondi statali.

Il tira e molla dovrà finire presto per non indebolire una candidatura già molto precaria.

Un'altra brutta figura internazionale è dietro l'angolo.

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