Politica

Topicida nel caffè dell'ospedale Così prova a uccidere il marito

L'uomo era ricoverato per una polmonite, la donna ha cercato di avvelenarlo. Colta sul fatto, si cerca un complice

Nadia Muratore

Bra (Cuneo)Premurosa e attenta nei confronti del marito, da giorni ricoverato in ospedale, sembrava davvero una moglie amorevole e preoccupata. Ogni giorno si recava al capezzale dell'uomo con il quale da oltre vent'anni condivideva la quotidianità e, per alleviare le sue sofferenze, gli portava sempre un termos da casa con il caffè, caldo e forte, proprio come piaceva a lui. Un piccolo gesto di affetto: era invece una sottile arma di morte.

Laura Davico, 49 anni di Bra, in provincia di Cuneo, è stata arrestata dai carabinieri del Nas di Alessandria, con l'accusa di aver tentato di uccidere il marito, Domenico Dogliani di 55 anni, avvelenandogli il caffè con del topicida. A far insospettire gli inquirenti, era stata la Direzione Sanitaria dell'ospedale braidese, preoccupata per gli esiti degli esami del sangue dell'uomo, ricoverato nel reparto di Medicina semintensiva. Nel suo sangue erano presenti sostanze, non prescritte dai dottori, di anticoagulanti orali e farmaci antiglicemici uniti ad una molecola che si chiama bromadiolone, presente nei veleni topicidi. E questo é stato il dettaglio che ha incastrato la moglie con intenzioni omicida.

La vicenda ha inizio ad ottobre dell'anno scorso, quando l'uomo, colpito da una grave crisi respiratoria, viene ricoverato per una polmonite. La situazione è così grave che i medici lo trasferiscono all'ospedale Le Molinette di Torino, dove arriva in fin di vita ma nel corso delle settimane le sue condizioni migliorano e viene nuovamente trasferito a Bra. Prima delle dimissioni gli ultimi esami precauzionali, da cui emerge un quadro inquietante che supponeva solo due possibilità: il paziente poteva essere affetto da una sindrome, presente in natura in circa 50 casi al mondo, oppure il suo corpo sta subendo un avvelenamento. I medici fanno esaminare il caffè portato dalla moglie ed i pasti dell'ospedale con la quale la donna lo imboccava, scoprendo la sostanza topicida. Gli investigatori hanno poi installato delle telecamere nel reparto ospedaliero e le immagini la mostrano mentre sminuzza e scioglie pasticche di anticoaugulanti nel piatto del marito, facendo sempre molta attenzione a non farsi vedere.

Le indagini dei Nas proseguono per scoprire il movente che ha spinto la donna a tentare di uccidere il marito, visto che le spiegazioni che ha dato agli inquirenti vengono considerate «inverosimili». Gli investigatori sospettano che ci siano dei complici, in quanto la donna, operaia, non avrebbe alcuna competenza medica: probabile che qualcuno le abbia fornito la ricetta per acquistare farmaci.

Ora l'uomo sta bene ed è tornato a casa dai figli.

Restano da svelare alcuni lati oscuri di una vicenda, che se non si è conclusa in maniera tragica è solo grazie al tempestivo intervento della Direzione sanitaria dell'ospedale.

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