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Torino, l'ex braccio destro di Chiara Appendino stronca Di Maio

Lapidario e graffiante il post con cui Paolo Giordana, ribattezzato il Rasputin di Palazzo Civico, dice la sua sul vicepremier Di Maio definendolo "strutturalmente limitato" e "uno scolaretto di quinta elementare"

Torino, l'ex braccio destro di Chiara Appendino stronca Di Maio

Paolo Giordana non è un burocrate qualunque. È stato qualcosa di più di un braccio destro per la sindaca torinese Chiara Appendino. Prima che capo di gabinetto e portavoce è stato confidente ed alleato, precettore ed artefice della sua ascesa. Non a caso chi conosce i segreti di Palazzo Civico lo ha ribattezzato “Rasputin” e “Richelieu”. Lui però ha sempre minimizzato: “Io Rasputin? Al massimo sono un centralinista”.

C’è da dire che sicuramente è un ottimo scommettitore. Il classico uomo di apparato che intercetta la corrente del momento e la cavalca. In principio si era imbarcato su Alleanza Nazionale, poi è arrivato il tempo del trasbordo a sinistra con Pds e Pd e alla fine ha sorpreso tutti con una virata decisa sui 5 Stelle e sulla promettente Appendino. Anche l’onda grillina però si è infranta da un pezzo sugli scogli delle beghe giudiziarie che hanno travolto il governo della città costringendo Giordana alle dimissioni.

Oggi l’ex burattinaio di Palazzo Civico si smarca definitivamente dai 5 Stelle. Ed il post Facebook con cui annuncia il distacco è quantomeno graffiante. A proposito di un incontro con il vicepremier Luigi Di Maio, Giordana, racconta: “Ho avuto la netta impressione che, sebbene ci mettesse una buona dose di impegno, fosse strutturalmente limitato, una specie di scolaretto che in quinta elementare pensa di poter dare l’esame di maturità”. E poi aggiunge: “Non è uno statista o un politico, è uno che per caso in questo mondo malato senza selezione della classe dirigente si è trovato a rivestire un ruolo ben più grande di ciò che può sopportare, purtroppo montandosi la testa e pensando di essere ciò che non è: il salvatore della Patria”. La conclusione del lungo commento lasciato sul suo profilo Facebook è tranchant: “Prima va a casa è meglio è!”.

C’è chi è pronto a giurare che l’ex mentore della Appendino stia già guardando al traguardo delle comunali 2021 alla ricerca di nuove alleanze. Stavolta però sembra intenzionato a giocare la sua scommessa su un tavolo diverso, magari tornando a puntare sul centrosinistra. E così anche la sua ex protetta non è al riparo dai giudizi lapidari: “Non sono mai stato 5 Stelle e speravo che la componente 'civica' (sostenuta anche dal sindaco, vi ricordate quante volte sui manifesti di Chiara c’era il simbolo dei 5 Stelle? Praticamente mai) potesse essere l’inizio di un nuovo cammino per Torino. Alla fine però i 5 Stelle 'totalitari' hanno inglobato tutto e gli effetti si vedono. Purtroppo. Ma per il bene di Torino ci sarà ancora una volta l’opportunità (forse l’ultima) di ricominciare”. Parole che suonano come una fosca profezia per i grillini. A fidarsi dell’indiscusso fiuto politico di Rasputin si direbbe tramontata un’epoca.

E sul capoluogo sabaudo l’astro dei 5 Stelle sembra irrimediabilmente offuscato.

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