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Tornano le sanzioni all'Iran ma l'Italia verrà esentata

L'annuncio americano e la condanna di Bruxelles Allerta terrorismo: tensioni Nord Europa-Teheran

Tornano le sanzioni all'Iran ma l'Italia verrà esentata

Berlino «Le sanzioni sono in arrivo - 5 novembre». L'annuncio di Donald Trump via Twitter (una citazione dalla serie tv statunitense Games of Throne) mette in agitazione le cancellerie europee ed è la prova che il presidente americano intende fare sul serio, come promesso da mesi, nella sua linea dura contro l'Iran. La dichiarazione arriva alla vigilia del voto di Midterm negli Stati Uniti per il rinnovo di Camera e Senato e la promessa è che le nuove misure entreranno in vigore il giorno prima dell'elezione cruciale per stabilire se i repubblicani terranno la maggioranza al Congresso o cederanno terreno all'opposizione democratica.

Il segretario di Stato Mike Pompeo e quello del Tesoro, Steve Mnuchin, hanno annunciato che le sanzioni colpiranno soprattutto operatori portuali, spedizioni marittime, cantieristica navale, oltre che il settore energetico e quello finanziario. Esentati 8 Paesi, che potranno continuare ad importare petrolio da Teheran per un periodo massimo di 6 mesi, scaduti i quali la situazione sarà nuovamente vagliata. Tra questi non figurerebbe l'Unione Europea ma potrebbe esserci qualche singola nazione, tra cui l'Italia, anche se si tratta di ipotesi, visto che l'elenco ufficiale dei Paesi coinvolti sarà reso noto lunedì.

L'Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Federica Mogherini, e i ministri degli Esteri e delle Finanze di Francia, Regno Unito e Germania, hanno condannato «profondamente la reimposizione ulteriore di sanzioni».

L'annuncio di Trump arriva mentre cresce la preoccupazione tra i Paesi del Nord Europa - prima la Danimarca, poi la Norvegia, quindi i Länder settentrionali della Germania - per la poco benevola influenza dell'Iran sulla regione. Martedì scorso il numero uno dei servizi danesi di sicurezza interna (Pet), Finn Borch Andersen, ha affermato che la Pet aveva sventato da pochi giorni un piano messo a punto dall'intelligence iraniana per assassinare tre dissidenti arabi di nazionalità iraniana appartenenti al Movimento per la liberazione dell'Ahwaz (Asmla). Sostenuta dalle monarchie sunnite, l'Asmla è un'organizzazione illegale in Iran, che reclama il distacco da Teheran della provincia iraniana del Khuzistan, confinante con l'Irak. Il 21 ottobre un norvegese di origine iraniana era stato arrestato in Svezia e poi estradato in Danimarca dopo essere stato colto a fotografare le residenze di alcuni esponenti dell'Asmla. Secondo il capo delle spie danesi «la minaccia non è stata ancora eliminata». All'annuncio di Andersen ha fatto seguito un tweet con cui il segretario di Stato americano Mike Pompeo si è congratulato con Copenhagen per l'arresto del sicario persiano e ha ricordato che «per quasi 40 anni l'Europa è stata vittima di attacchi terroristici sponsorizzati dall'Iran». Due giorni dopo Oslo ha convocato l'ambasciatore iraniano per mostrargli «grande preoccupazione».

Intanto, i servizi di intelligence della Bassa Sassonia, in Germania, hanno definito Muslim-markt.de «un portale sciita di rilevanza nazionale». Il sito funge da strumento di propaganda della Repubblica islamica. Gestito da due fratelli iraniani fa parte di una rete di moschee e associazioni in Germania del nord aperta a Hezbollah, la milizia sciita terroristica sostenuta dall'Iran. Bazzecole rispetto alle attività condotte dall'Iran in Francia. A inizio ottobre Parigi ha accusato Teheran di aver ordinato un attentato contro un raduno di oppositori della Repubblica islamica lo scorso giugno a Villepinte.

Una mossa miope: fra le imprese europee Total era stata la più entusiasta a tornare in Iran dopo lo sdoganamento sulla scena mondiale a opera di Obama nel 2015.

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