Politica

Toronto, furgone sui pedoni: 9 morti, 16 feriti, preso l'autista

Terrore durante il G7 dei ministri degli Esteri: un uomo sul van investe uno a uno i passanti per un chilometro

Fausto Biloslavo

Un furgone bianco lanciato come un ariete in mezzo ai passanti nel centro di Toronto ha falciato una decina di persone, viaggiando per un chilometro e colpendole una a una come birilli. «Ho sentito un forte bang e visto il furgone che imitava contro una pensilina zeppa di gente che attendeva l'autobus. Ero in auto e ho scansato il mezzo impazzito per un soffio» racconta al quotidiano Toronto star, Ham Yu-Jin, una testimone della mattanza.

I morti sarebbero nove, 16 i feriti. Le prime foto mostrano gente a terra gravemente ferita e sangue dappertutto. Non è chiaro se siamo di fronte al gesto di un pazzo o a un attacco terroristico. Ieri e oggi si svolge nella capitale canadese la riunione dei ministri dell'Interno del G7 che discutono di terrorismo, traffico di esseri umani e sicurezza informatica. Il primo giorno il conclave era allargato anche ai ministri degli Esteri. Al summit partecipano sia il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, che quello dell'interno, Marco Minniti oltre ai rappresentanti di Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. Un ottimo palcoscenico per un sanguinario atto dimostrativo.

Alle 13.27 locali, le 19.27 in Italia, un uomo alla guida di un furgone bianco si è lanciato sulla folla all'incrocio con Yonge Street e Finch Avenue. Una decina di persone sono state colpite e subito dopo l'assalitore è fuggito a bordo del furgone. La polizia ha chiuso la metropolitana e invitato al cittadinanza a lasciare l'area. Un'ora dopo l'autista killer è stato arrestato. Dalle prime immagini sembra si tratti di un bianco senza barbone islamico d'ordinanza, ma questi dettagli significato poco. Per i media canadesi il furgone è stato affittato, come nell'attacco sul lungomare di Nizza.

Però le ultime azioni eclatanti del genere in Australia lo scorso dicembre e il 7 aprile in Germania non avevano a che fare con il terrorismo. Anche se sul primo momento si era pensato in ambedue i casi a un attacco jihadista. Perverse emulazioni di teste bacate delle stragi di Nizza, Berlino e Barcellona compiute da terroristi islamici ispirati dall'Isis. Sul Toronto, al momento di andare in stampa, non è ancora chiara la matrice della spinta assassina.

La concomitanza del G7 è un campanello d'allarme. Ieri è anche stato condannato a 20 anni di carcere Salah Abdeslam, unico sopravvissuto degli attentatori islamici del novembre 2015 a Parigi. In carcere in Francia, la sentenza è stata emessa da un tribunale di Bruxelles per la sparatoria durante il raid che ha portato alla sua cattura nella capitale belga. Una settimana dopo una cellula probabilmente legata ad Abdeslam ha colpito Bruxelles con due attacchi suicidi. Alla prima udienza il terrorista superstite aveva detto che si sarebbe affidato alla «fiducia in Allah» e accusato i giudici di discriminare i musulmani. La condanna potrebbe aver provocato la rappresaglia di un lupo solitario o membro di una cellula dormiente in Canada, che ha subito attentati jihadisti negli ultimi anni.

Altro campanello d'allarme è l'annuncio di questi giorni del nuovo portavoce dello sconfitto Califfato, Abu Hassan al Muhajir, che esorta in rete a non demordere e attaccare la Russia, l'Iran e ovviamente l'Occidente, il nemico storico.

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