Economia

Una torta da 3,4 miliardi di utenti per la televisione del futuro

Contenuti centrali per sfidare Netflix. Le nozze di At&T-Time Warner

Una torta da 3,4 miliardi di utenti per la televisione del futuro

Le tlc puntano sui contenuti. La ricetta è vecchia e, per il momento, non ha dato buoni frutti. Basta pensare al flop dell'acquisto dell'allora Telemontecarlo (oggi La7) da parte di Telecom agli albori degli anni 2000 o a quello ancora maggiore di Aol (American Online) quando acquistò Time Warner. Agli albori del web la rete era lenta. Ma anche ora che è veloce e può contare su 3,4 miliardi di utenti il successo del connubio tv-tlc non è scontato. Tanto che gli analisti hanno storto il naso quanto At&t, nell'aprile scorso, ha comperato Time Warner per 100 miliardi di dollari.

Nonostante tutto, però, il connubio tv-tlc continua ad affascinare. Anche perché i broadcast sono preoccupati dell'arrivo in forze sul mercato dei cosidetti «over the top», ossia le società Internet native digitali come Netflix, ma anche Amazon, Apple o Google che stanno facendo le prove generali per sbarcare in forze nel mercato dei contenuti. Del resto il potenziale è enorme. Infatti dei 3,4 miliardi di utenti web «solo» 75 milioni sono abbonati a Netflix, l'internet tv a pagamento di maggior successo. In questo scenario, indubbiamente complesso, si inseriscono le strategie di Vivendi che in Francia possiede Canal Plus, tv in chiaro e a pagamento in cerca di nuove possibilità di crescita. Ovvio che a Canal Plus il solo mercato francese sta un po' stretto. La tv via Internet ha bisogno di prezzi bassi e di enormi potenziali platee per i suoi servizi. Il piano elaborato da Vincent Bolloré, patron di Vivendi, sarebbe dunque quello di una piattaforma paneuropea con film e sceneggiati ad hoc da distribuire via smartphone e tablet oltre che sulla banda ultralarga.

Vivendi diventando il secondo azionista di Mediaset, alle spalle di Fininvest, «potrebbe sviluppare una joint venture commerciale tra Telecom e Premium - dicono gli analisti di Equita - vendendo prodotti ai clienti a banda ultra-larga che oggi sono pari a circa un milione, ma che nel 2018 saliranno a 5 milioni e mezzo».

Qualcuno nelle sale operative è anche arrivato a pensare a una fusione tra Telecom e Mediaset. A quel punto Vivendi controllerebbe il 25% del nuovo gruppo e Fininvest il 10 per cento. Si invertirebbero dunque le parti tra primo e secondo azionista nel nuovo gruppo. Uno scenario comunque ad oggi impensabile, visto che Fininvest non ha alcuna intenzione di mollare la presa.

Ci sarebbe anche un terzo possibile scenario, sempre secondo Equita, ossia una fusione tra l'ex-monopolista francese di tlc, ossia Orange, e la stessa Vivendi che porterebbe in dote le partecipazioni rilevanti in Telecom e Mediaset.

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