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Tosi minaccia Salvini: "Mi faccio una lista tutta mia"

Il sindaco di Verona pensa di fare una lista diversa da Zaia: "Così intercetterò il voto moderato e la delusione ampia che c’è in Veneto"

Tosi minaccia Salvini: "Mi faccio una lista tutta mia"

Per Flavio Tosi la corda sarebbe stata "tirata oltre ogni limite" con patti non mantenuti e tentativi di isolamento, oltre alle divergenze politiche ben note, su euro e altri temi. Il sindaco di Verona sostiene di non essere stato avvisato della riunione della segreteria politica della Lega Nord che si è tenuta lunedì mattina in via Bellerio per discutere delle Regionali. E adesso minaccia Matteo Salvini di presentare in Veneto una lista tutta sua.

"Salvini vuole fare un congresso l’8 marzo per cambiare lo statuto e togliere a Tosi il potere di scegliere le candidature - spiegano fonti vicine al sindaco - è un disegno di isolamento molto chiaro". Da qui sarebbe partito l’avvertimento di Tosi al leader leghista: "Se le cose continuano cosi - avrebbe minacciato - potrei fare un’altra lista alle regionali, una lista diversa da Luca Zaia, per intercettare il voto moderato e la delusione ampia che c’è in Veneto".

L'ipotesi della presentazione alle regionali di una lista con il nome del sindaco di Verona era emersa anche nei mesi scorsi. Al tempo, però, si parlava di formare una "lista civica" o, comunque, una lista non collegata a una sua candidatura contro il "rivale" di partito. Tosi contro Zaia è, infatti, uno scenario piuttosto rischioso per il governatore uscente che ha sempre posto come conditio sine qua non per la ricandidatura che non vi fosse da parte di Salvini alcun via libera a liste legate al sindaco di Verona. Adesso si vedrà come andrà a finire questa ennesima battaglia tutta interna al Carroccio.

"Io non ho problemi con nessuno, il mio nemico è il governo Renzi-Alfano - ha replicato Salvini - per quanto riguarda Zaia il suo buon governo non è assolutamente in discussione". Alla base del mal di pancia di Tosi c'è la decisione di Salvini di candidarsi alla leadership del futuro centrodestra.

Poco prima dell'elezione dell'europarlamentare lumbard alla guida del partito, i due avevano stretto un patto davanti a Roberto Maroni per cui Salvini si sarebbe occupato del movimento e, in cambio del suo appoggio, avrebbe lasciato a Flavio la corsa per un'eventuale candidatura alla premiership.

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