Politica

Toti sul piede di guerra: resta in Fi per logorarla

La strategia del governatore: senza primarie aperte pronto a dimettersi da coordinatore

Toti sul piede di guerra: resta in Fi per logorarla

È la settimana decisiva per capire se Forza Italia continuerà a marciare unita oppure si consumerà lo strappo con il «ribelle» Giovanni Toti (nella foto). Il governatore della Liguria, nei giorni che precedono la convocazione del tavolo delle regole con Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Anna Maria Bernini e Antonio Tajani, mantiene alta la tensione. E lascia trapelare intenzioni bellicose.

Due sere fa, parlando alla festa della Lega di Golasecca, rispondendo a una domanda su come andrà il tavolo delle regole, Toti non ha nascosto le sue perplessità. «Auspico bene, penso non bene». Quanto al rinnovamento del centrodestra, dice Toti, prosegue «zoppicando». «Per il momento prosegue poco, spero prosegua. Ma il rinnovamento del centrodestra proseguirà comunque, con o senza Forza Italia». Ieri poi il governatore della Liguria, parlando ad Agorà Estate, ha scattato un'altra fotografia impietosa.

«Non bisogna archiviare nessuno ma il centrodestra deve dare le risposte che questo governo non sta dando. Per fare questo ognuno deve fare la propria parte, la Lega lo sta facendo, sta bene dal punto di vista dei sondaggi, poi c'è un altro pezzo di centrodestra che oggi non sta in altrettanta salute e che è passato dal circa il 39% a circa il 6%. Questo è il nostro compito, mettere in discussione noi stessi e ricostruire quel pezzo di centrodestra. Io vorrei partire da Forza Italia che oggi è in gracile salute per superarla e costruire qualcosa che sia la confortevole casa comune». «Se partiamo da qui e andiamo verso qualcosa d'altro dove tutti partecipano e nessuno abbia la poltrona assicurata, credo che sarebbe una bella baraonda creativa da dove ripartire. Se non si vuole avere pazienza, farò altro nella vita».

Secondo voci che circolano dentro Forza Italia, se Toti giovedì non otterrà aperture sulla sua proposta di primarie aperte, si dimetterà da coordinatore, ma non da Forza Italia, mantenendo il suo approccio fortemente critico. A settembre inizierà un tour nazionale dei territori che farà da preludio a scelte successive, scelte che potrebbero incrociarsi ma non è scontato con il progetto di una costituente che vorrebbe lanciare Giorgia Meloni a settembre, in coincidenza con la festa di Atreju per creare un nuovo partito sovranista.

I dirigenti di Forza Italia in questi giorni caldi non vogliono alimentare polemiche. Viene, però, dato per scontato che eventuali dimissioni di Toti da coordinatore innescherebbero una reazione a catena. Silvio Berlusconi continua a ritenere che le primarie abbiano più controindicazioni che vantaggi e fa notare che la Lega senza le primarie è riuscita a scalare la vetta dei consensi arrivando a superare il 30%. In attesa del momento della verità gli azzurri mettono nel mirino la prassi della dialettica tagliente tra Lega e Cinquestelle.

«È un giochino che va avanti da mesi» attacca Anna Maria Bernini «paralizzando l'Italia e portandola di questo passo allo sfascio, ma ormai non diverte più nessuno: non basta litigare ogni giorno con gli alleati per lavarsi la coscienza».

Commenti