Ponte crollato a Genova

Toti: "Troppi due anni". Al via gli interrogatori

Toti: "Troppi due anni". Al via gli interrogatori

Genova - Genova riparte dalle priorità: tempi certi e nessun ritardo nei lavori di ricostruzione. E, ad un mese esatto dal crollo di ponte Morandi, ruoteranno intorno alla data simbolo del 14 settembre le due questioni cruciali per la città: la consegna delle case per gli sfollati e i controlli di stabilità sui due monconi del viadotto Polcevera.

Ieri c'è stato il primo interrogatorio, negli uffici del palazzo di giustizia. I magistrati hanno ascoltato come persona informata dei fatti, Enrico Valeri, responsabile del coordinamento della viabilità di Autostrade. La sera del 14 agosto, giorno della tragedia, Valeri contattò il Cesi, società di consulenza ingegneristica e strutturale, chiedendo lo studio sul ponte Morandi realizzato nel 2015, in cui erano emerse alcune criticità e si parlava della necessità di un «monitoraggio continuo».

Nelle ore in cui ci si prepara alle celebrazioni di venerdì dalla Regione arriva il monito: «Ci sono le condizioni per arrivare rapidamente all'apertura di un cantiere per il nuovo ponte - ha detto il governatore ligure e commissario all'emergenza Giovanni Toti - Non vedo quali siano le differenze tra quello che io dico e quello che dice Di Maio» aggiungendo però che «due anni per far partire l'infrastruttura sono intollerabili».

Il prossimo venerdì sarà il giorno del ricordo: un minuto di silenzio alle 11.36, quando suoneranno le campane e le sirene in porto. E la data simbolo, come annunciato, sarà anche il momento entro il quale completare la distribuzione degli alloggi agli sfollati e dare il via ai controlli sui due tronconi del Morandi, con i sensori di stabilità che proprio entro venerdì inizieranno a essere installati per verificare le condizioni dei monconi da cui dipendono i rientri nelle case evacuate della zona rossa. «Noi contiamo che per il 14 - ha spiegato il governatore Toti - salvo rare eccezioni, riusciremo a dare un'opportunità a tutti. Ad oggi siamo oltre le 100 case pubbliche di Comune e Regione affidate alle famiglie, alcune necessitano di essere arredate, ci si sta organizzando ma gli appartamenti sono affidati nominativamente e chiavi in tasca. Manca ancora il lotto di 40 case di Cdp che arriverà nei prossimi 10 giorni».

Sul fronte dei sensori invece, già in queste ore sono iniziati i primi sopralluoghi.

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